Le ricerche del laboratorio sono indirizzate principalmente allo studio dell’epidemiologia clinica e farmacologia (clinical trial e studi osservazionali) della demenza, della depressione e dei disturbi del comportamento in età geriatrica e alla valutazione della qualità dell’assistenza e dell’uso degli psicofarmaci nel paziente anziano.
Il Laboratorio è impegnato nello sviluppo e validazione distrumenti e test in grado di valutare i diversi aspetti che caratterizzano la demenza da un punto di vista clinico.
Demenze e declino cognitivo nel grande anziano: studio prospettico di popolazione
L'esclusione dagli studi dei grandi anziani tende inevitabilmente a sottostimare il numero complessivo di affetti da demenza presenti nella popolazione. Lo studio della relazione tra demenza ed età nel grande anziano consente inoltre di meglio comprendere quanto la demenza sia un fenomeno "age-related" o "aging-related". Per ovviare a queste lacune è stato dunque avviato uno studio di popolazione door-to-door sulla prevalenza, l'incidenza, i fattori di rischio e la storia naturale delle demenze e dei deficit cognitivi associati all'invecchiamento in una popolazione di anziani con età maggiore di 80 anni residente in otto comuni in provincia di Varese (Monzino 80-plus Study). L'indagine è stata successivamente estesa a tutti i centenari residenti nella provincia di Varese.
L’invecchiamento di successo nei centenari: studio longitudinale
Recentemente abbiamo focalizzato la nostra ricerca anche sullo studio di individui eccezionalmente longevi (i centenari di due studi basati sulla popolazione, il Monzino 80-plus e il Centenari a Trieste) non solo per studiare la relazione tra età e declino cognitivo e demenza, ma anche per identificare i fattori protettivi che potrebbero contribuire a posticipare l'insorgenza della demenza e indagare i determinanti dell'invecchiamento in buona salute e di successo. In collaborazione con l'International Centenarian Consortium-Dementia (ICC-Dementia) che riunisce i più grandi studi sui centenari del mondo.
Anemia nell’anziano: studio longitudinale di popolazione
In collaborazione con la ASL di Biella e il Registro Tumori Piemonte abbiamo condotto un vasto studio di popolazione sull'anemia negli anziani di 65 o più anni di età residenti nel comune di Biella (circa 9000 persone) per stimare la prevalenza, l'incidenza e studiare l'associazione fra anemia di grado lieve e ospedalizzazione e mortalità (Anemia and Health Study). In un ampio sottogruppo di anziani sono stati studiati anche gli effetti dell'anemia lieve su variabili cognitive, funzionali, di qualità della vita e dell'umore.
Studio longitudinale sull'associazione tra invecchiamento e mielodisplasie
In collaborazione con il Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università Humanitas, è stato avviato lo studio “Aging of hematopietic stem cells - molecular architecture of marrow dysplasia and clinical contribution of ineffective hematopoiesis to frailty in the elderly”. La definizione dell'architettura molecolare della displasia midollare e del contributo clinico dell'ematopoiesi inefficace alla fragilità dell'anziano potrebbero consentire di migliorare l'attuale diagnosi e classificazione dell'anemia negli anziani e la definizione del rischio individuale di morbilità/mortalità associata alla malattia. Infine, nei pazienti con displasia midollare il sequenziamento potrebbe consentire di prevedere la vulnerabilità di un particolare genotipo a specifici interventi terapeutici, fornendo così una base per ottimizzare a livello individuale i tempi e le modalità degli interventi terapeutici.
Predittori di conversione a demenza in pazienti con disturbi soggettivi di memoria o lieve deficit cognitivo: Canton Ticino Study
E' stato suggerito che il declino cognitivo varia nella malattia di Alzheimer a esordio precoce e in quella a esordio tardivo e dunque che potrebbero esistere fenotipi diversi. Valutare l'effetto dell'età sui profili cognitivi di pazienti con disturbi soggettivi di memoria o mild cognitive impairment consentirà di indagare se il profilo cognitivo dei pazienti più giovani e dei giovani anziani sia simile o diverso a/da quello dei grandi anziani e quali siano le aree cognitive maggiormente predittive di conversione a demenza nei vari gruppi di età. In collaborazione con la Divisione di Geriatria degli Ospedali Regionali di Lugano e Mendrisio, Svizzera.
Valutazione della qualità dell'assistenza al paziente terminale in hospice
Negli ultimi anni si è assistito a una crescente richiesta di assistenza per i malati oncologici terminali che non possono essere assistiti al domicilio. In collaborazione con l’hospice “Via di Natale” di Aviano stanno proseguendo due progetti di ricerca nei pazienti con tumore in stadio terminale avviati nel 2016. Nel primo studio sono coinvolti i medici della struttura allo scopo di individuare, in aggiunta al giudizio clinico, un insieme di variabili in grado di migliorare l’accuratezza della stima dell’attesa di vita in questi pazienti. Nel secondo è coinvolto il personale infermieristico per la valutazione qualitativa dell’accompagnamento verso una buona morte nelle ultime ore di vita dei malati terminali.
International Consensus on Cardiopulmonary Resuscitation.