Il Laboratorio si occupa dell’epidemiologia delle malattie neurologiche. Le attività svolte comprendono: studi osservazionali sulla frequenza delle malattie, sui fattori di rischio e sulla prognosi; studi clinici su farmaci e terapie non farmacologiche, strategie terapeutiche e dispositivi per il trattamento delle malattie neurologiche.
Il team svolge numerose attività di ricerca in collaborazione con gruppi nazionali ed internazionali, perseguendo alti standard di qualità e indipendenza scientifica.
Il laboratorio è composto da un team multidisciplinare e in costante aggiornamento, con professionisti competenti nella gestione di progetti complessi, spaziando dalla fase di ideazione fino alla pubblicazione dei risultati. Nel gruppo vi sono Project Manager, datamanager, biostatistici, neurologi, clinical monitor, esperti in farmacovigilanza, quality assurance e attività regolatorie. Vi sono inoltre esperti nella formulazione di linee guida, revisioni sistematiche e meta-analisi.
L'aggiornamento professionale continuo e la partecipazione a training specifici mantengono le competenze del laboratorio all'avanguardia rispetto alle evoluzioni metodologiche e tecnologiche del panorama scientifico.
L’expertise principale risiede nella coordinazione e collaborazione a studi di ricerca clinica e osservazionale su vasta scala, sia a livello nazionale che internazionale, favorendo l’armonizzazione dei protocolli di studio, la coerenza dei dati, una comunicazione efficace tra tutti i partner coinvolti e garantendo la produzione di risultati scientificamente robusti e rilevanti.
I principali ambiti di ricerca sono:
- Epilessia e crisi psicogene non epilettiche;
- Malattie del motoneurone (MND)/ Sclerosi laterale amiotrofica (SLA);
- Sclerosi multipla;
- Malattie neurologiche e Covid-19;
- Revisioni sistematiche e meta-analisi di studi sui trattamenti dell’epilessia;
- Revisioni sistematiche e meta-analisi sulle terapie della SLA e sui suoi fattori di rischio.
Il laboratorio coordina il Registro regionale lombardo di popolazione della SLA, svolge attività di consulenza metodologica e statistica, in collaborazione con altri laboratori e gruppi di ricerca ed è impegnato nella produzione di revisioni sistematiche e narrative in ambito neurologico. Le collaborazioni attive riguardano anche l'ambito preclinico, al fine di migliorare sinergia e traslazionalità, soprattutto nell’individuazione di biomarker con ruolo prognostico e predittivo, che saranno poi validati come endpoint surrogati.
Il gruppo è aperto e proattivo nella ricerca di nuove partnership sia come Partner di ricerca in nuovi studi (Contribuendo con l’expertise metodologica e di coordinamento alla progettazione e conduzione di studi osservazionali o clinical trial innovativi) sia come Contract Research Organization (CRO) (Offrendo servizi per la gestione del progetto, monitoraggio, data management, biostatistica, ecc.).
Clinical trial ALCALS
Il nostro laboratorio coordina uno studio multicentrico internazionale di fase II/III sugli effetti biologici e clinici dell'acetil-L-carnitina nella SLA. Si tratta di uno studio di fase II/III, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo vs acetil-L-carnitina (ALCAR), in soggetti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Scopo primario dello studio: valutare l'efficacia di ALCAR (saranno testati due diversi dosaggi: 1,5 g/giorno e 3 g/giorno) sulla progressione di disabilità funzionale (perdita di autosufficienza), misurata dalla scala ALSFRS-R. Obiettivi secondari: 1. L'effetto del trattamento ALCAR su diversi aspetti clinici; 2. Misurare gli effetti del trattamento ALCAR sulla malattia valutando biomarcatori potenzialmente coinvolti nei meccanismi d’azione del farmaco. Si prevede di includere 246 soggetti nei centri coinvolti (un centro a Sidney e 18 centri distribuiti su tutto il territorio italiano). Lo studio è finanziato dalla Fondazione FightMND, che ha sede in Australia.
Fattori di rischio ambientali della SLA
L’osservazione di un elevato numero di casi di SLA tra gli ex-calciatori professionisti ha indotto i ricercatori a verificare se e attraverso quali meccanismi il calcio professionistico rappresenti un fattore di rischio per la SLA. In passato le ricerche del laboratorio hanno dimostrato un’associazione tra SLA e storia di eventi traumatici ripetuti e un esordio più precoce della malattia nei pazienti con SLA che avevano praticato attività fisica. Con queste premesse, è stato condotto uno studio retrospettivo di coorte per verificare se ex-calciatori italiani presentassero una maggiore mortalità per SLA rispetto al resto della popolazione nazionale. E’ ora in corso il follow up di questo studio, con il quale si intende inoltre valutare se lo stesso fenomeno sia presente in altri sport, e se le evidenze si manifestano in modo simile in altri paesi europei e studiare tutte le cause di decesso della coorte degli ex calciatori professionisti italiani ed europei.
Registro Regionale SLA
Dal 1998 è attivo in Lombardia il registro regionale della SLA che ha permesso di definire l’incidenza della malattia, la sua prognosi a lungo termine e una serie di potenziali fattori di rischio (traumi, esercizio fisico, dieta,...). Un recente studio ha mostrato una sostanziale stabilità dell’incidenza ed una maggiore sopravvivenza, forse grazie agli effetti delle cure palliative, di una migliore gestione dei sintomi. L’argomento è oggetto di osservazioni contrastanti in letteratura. Utilizzando i dati del registro è possibile indagare ogni aspetto della malattia per individuare nuovi orizzonti verso cui indirizzare ricerche mirate. Stiamo ad esempio ora investigando accuratamente le prescrizioni terapeutiche alla ricerca di trattamenti incongrui e/o interazioni farmacologiche potenzialmente pericolose che potrebbero avere un ruolo sulla qualità di vita dei pazienti, le patologie associate alla SLA come possibili fattori predittivi di malattia o di prognosi, le caratteristiche dei soggetti definiti “lungo sopravviventi”, nuove scale di outcome di malattia e di valutazione della respirazione.
Atrofia Muscolare Spinale e Bulbare (SBMA) detta anche Malattia di Kennedy
L'atrofia muscolare spinale e bulbare (SBMA), nota anche come malattia di Kennedy, è una malattia neuromuscolare legata al cromosoma X, che ha insorgenza nell’età adulta, caratterizzata dalla perdita selettiva dei motoneuroni dal tronco cerebrale e dal midollo spinale. Il quadro clinico è predominato da perdita di massa e presenza di debolezza dei muscoli che controllano la parola, la deglutizione e il movimento degli arti. Coesistono segni/sintomi di insufficienza degli ormoni maschili. Non esiste una cura per arrestare o ritardare la progressione della SBMA. Si stima che circa 1000 individui siano affetti da SBMA in Italia in qualsiasi momento (prevalenza: 1,5 /100000) con un'incidenza annuale di 0,19 / 100000 maschi. Il laboratorio collabora ad un trial clinico, finanziato da AIFA, il cui obiettivo è di testare l’efficacia del farmaco clenbuterolo nei pazienti con SBMA. Lo scopo di questo studio è verificare se il farmaco clenbuterolo, che è un beta2 agonista, permette di migliorare le funzioni muscolari e la qualità di vita dei pazienti e a valutare effetti collaterali e tollerabilità del farmaco. Il laboratorio inoltre partecipa a diverse attività a livello nazionale ed internazionale per lo studio di questa malattia in termini di fattori di rischio e prognostici, miglioramento delle terapie e della qualità di vita, e una rete internazionale di registri di malattia.
Crisi psicogene non epilettiche (PNES)
Una delle linee di ricerca del nostro laboratorio ha come focus lo studio delle crisi psicogene non-epilettiche (PNES) e della loro diagnosi differenziale con l’epilessia e altri disturbi parossistici. Il laboratorio partecipa ad uno studio nazionale sponsorizzato dal Ministero della Salute che intende valutare se un video domiciliare sia uno strumento sufficiente per effettuare una diagnosi differenziale tra crisi psicogene non epilettiche (PNES) e altri eventi (crisi epilettiche, sincope, parasonnia, disturbi del movimento, etc.). L'attuale gold standard diagnostico raccomanda che gli attacchi vengano registrati su video con il concomitante monitoraggio EEG/ECG, una tecnica disponibile solo in strutture sanitarie di elevato livello tecnologico. In questo studio si analizzerà anche il valore diagnostico di questionari per il paziente e per il testimone delle crisi, in aggiunta al video domiciliare. Attualmente, non vi sono studi che valutino il valore diagnostico cumulativo della raccolta di tali dati oltre ai video domiciliari prima di sottoporsi a un'indagine completa con il monitoraggio video-EEG.
Epilessia: nuove terapie antiepilettiche (Anakinra)
Le encefalopatie epilettiche FIRES (Febrile Infection-Related Epilepsy Syndrome) e NORSE (New-Onset Refractory Status Epilepticus) sono rare forme di epilessia presenti rispettivamente in soggetti in età evolutiva e adulta; sono gravi forme farmacoresistenti, presumibilmente a patogenesi immunitaria. Recentemente gruppi di ricerca internazionali hanno mostrato la possibilità di un miglioramento delle condizioni cliniche dei pazienti affetti tramite la somministrazione di Anakinra (un antagonista del recettore dell’interleuchina-1). Da queste osservazioni è maturata l’idea di uno studio osservazionale retrospettivo per la valutazione degli effetti del trattamento su una coorte di bambini e di adulti. In questo studio sono coinvolte terapie intensive e centri per la cura dell’epilessia in età pediatrica e adulta.
Epilessia: morte improvvisa e inattesa in epilessia (SUDEP-Epinet)
L'incidenza di morte improvvisa e inattesa in epilessia (SUDEP) è di 1 caso ogni 1000 persone con epilessia all'anno ed è 27 volte più frequente di quanto osservato nella popolazione generale. Il laboratorio è coordinatore italiano di uno studio caso-controllo internazionale in cui i casi SUDEP vengono identificati prospetticamente ed appaiati a soggetti con epilessia viventi per la ricerca dei fattori di rischio e di forme praticabili di prevenzione. Lo studio è parte di un più ampio progetto denominato EpiNet che comprende indagini osservazionali e sperimentali da effettuare utilizzando una piattaforma web centralizzata. E’ in via di pubblicazione una revisione della letteratura con dati epidemiologici sull’argomento, cenni anatomo-patologici, dettagli sui fattori di rischio e consigli di prevenzione.
Epilessia: confronto tra diverse strategie terapeutiche
La terapia dell’epilessia si avvale della presenza sul mercato di numerosi principi attivi. Mancano però dati precisi sulla dose di mantenimento dei farmaci da somministrare nelle epilessie di nuova diagnosi e i tempi richiesti per la sospensione del trattamento nei pazienti in remissione farmacologica. Il laboratorio di Malattie Neurologiche ha disegnato un trial randomizzato pragmatico multicentrico di confronto tra dosi standard di farmaci antiepilettici e di metà delle stesse dosi (basse dosi) nelle epilessie di nuova diagnosi. Lo studio verificherà l’impatto delle due strategie terapeutiche sulla ricorrenza delle crisi e sull’acquisizione di periodi prolungati di remissione. I pazienti sono arruolati presso centri per l’epilessia sul territorio nazionale.
Epidemiologia dell’epilessia in una popolazione ben definita
Il laboratorio si occupa di studi epidemiologici riguardo alla prevalenza e all’incidenza dell’epilessia in territori ben definiti, valutando la frequenza di pazienti farmacoresistenti e la loro prognosi. Il laboratorio sta collaborando all’analisi dei dati di uno studio epidemiologico effettuato sul territorio sardo per valutare prevalenza ed incidenza dell’epilessia e fattori di rischio prognostici in una popolazione di minori con diagnosi di epilessia.
Epidemiologia delle malattie neurologiche a livello globale (GBD)
La crescita e l’invecchiamento della popolazione mondiale e gli effetti delle campagne di prevenzione e di controllo delle malattie trasmissibili nei Paesi in via di sviluppo hanno contribuito a modificare significativamente l’impatto delle malattie nel mondo. Il Laboratorio sta collaborando con l’Institute of Health Metrics and Evaluation di Seattle all’analisi dei dati raccolti in tema di epilessia e malattie neurologiche a livello globale e, più specificamente, dell’Unione Europea e dell’Italia.
Sclerosi multipla
Nel campo della sclerosi multipla si stanno svolgendo studi osservazionali prospettici. Gli obiettivi di questi studi sono: la validazione di un punteggio di rischio multidimensionale predittivo del decorso della malattia nelle fasi iniziali o con sindrome clinicamente isolata (CIS), valutati mediante risonanza magnetica di cervello e midollo spinale; la valutazione della possibile associazione di fattori genetici ed esposizioni legate allo stile di vita ed ai comportamenti individuali con le caratteristiche fenotipiche della Sclerosi Multipla, e il loro ruolo predittivo (positivo o negativo) sul decorso della malattia.
Malattie neurologiche e Covid-19
Il laboratorio è ancora attivamente coinvolto nella gestione di strumenti di sorveglianza delle manifestazioni neurologiche associate all’epidemia di COVID-19. Gli strumenti comprendono un registro europeo promosso dalla European Academy of Neurology (EAN) e una serie di moduli per la raccolta di dati relativi alla fase acuta e post-acuta dell’epidemia su scala globale a cura della World Health Organization (WHO). Abbiamo partecipato ad uno studio osservazionale mirato a valutare l’eventuale impatto dei vaccini per SARS COV 2 sull’insorgenza di diverse malattie neurologiche (studio COVIVAX). Stiamo inoltre studiando se vi sia, e in quale misura, una associazione tra vaccinazione anti SARS-COV-2 e nuove diagnosi di malattie neurologiche. Il laboratorio è stato coinvolto dalla World Health Organization (WHO) nella stesura di una revisione sistematica che valuta la prevalenza di malattie neurologiche post infezione da COVID-19 confrontando fase pre-acuta e fase acuta con 3, 6, 9, 12 mesi di follow-up. Infine, in collaborazione con la World Federation of Neurology (WFN), si sta lavorando ad una seconda revisione sistematica per analizzare l’incidenza di nuove diagnosi di malattie neuromuscolari in fase post-acuta dopo infezione o vaccinazione da SARS-COV 2.
International Consensus on Cardiopulmonary Resuscitation.