Data prima pubblicazione
October 28, 2025

Pap test: a cosa serve, quando e come farlo

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October 28, 2025

Pap test: a cosa serve, quando e come farlo

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Il Pap test è un esame semplice e rapido che può salvare la vita: scopri come funziona, quando farlo e perché è essenziale per la prevenzione del tumore al collo dell'utero.

Indice

Il Pap test può essere considerato come il primo vero test di screening di massa contro un tumore della storia della medicina.

A svilupparlo fu il medico greco George Papanicolau (da cui difatti il test prende il nome), che nel 1928 dimostrò come un semplice esame delle cellule prelevate dal collo dell’utero potesse individuare lesioni precancerose e tumori in fase iniziale.

La sua intuizione, inizialmente accolta con scetticismo, divenne presto una pietra miliare della ginecologia moderna, salvando milioni di vite in tutto il mondo.

Che cos'è il Pap test?

Si tratta di un esame fondamentale per la prevenzione del tumore del collo dell’utero(o cervice uterina), che è la parte finale dell’utero collegata direttamente alla vagina. In pratica, il test consente di rilevare alterazioni nelle cellule di questa zona che possono comparire anche molti anni prima dell’insorgenza del cancro vero e proprio.

A cosa serve il Pap test: ecco perché farlo

Il tumore del collo dell’utero è causato in oltre il 90% dei casi da un’infezione persistente da papilloma virus umano (HPV), un virus molto diffuso che si trasmette principalmente per via sessuale.

Nella maggioranza delle donne l’infezione da HPV si risolve spontaneamente, ma in alcuni casi il virus può determinare alterazioni delle cellule della cervice uterina. Se questi cambiamenti non vengono individuati e monitorati, con il tempo possono evolvere in lesioni precancerose e, successivamente, in un tumore.

Il Pap test serve ad identificare queste alterazioni delle cellule e permettere di attuare un trattamento risolutivo. Inoltre, l’esame può evidenziare anche infezioni o infiammazioni del tratto genitale, spesso asintomatiche, che meritano comunque attenzione medica.

Eseguire regolarmente il Pap test, secondo le indicazioni del proprio medico o del programma di screening regionale, è quindi un gesto di prevenzione fondamentale per la salute femminile. Grazie alla sua introduzione, la mortalità per tumore del collo dell’utero si è ridotta drasticamente nei Paesi in cui lo screening è diffuso e accessibile a tutte le donne.

Preparazione al Pap test: ecco che cosa fare per arrivare preparati

Per garantire la massima accuratezza del risultato, è consigliabile:

  • evitare rapporti sessuali, lavande vaginali e trattamenti locali (ovuli o creme vaginali) per almeno i tre giorni prima del prelievo.
  • è inoltre importante che l’appuntamento non coincida con il ciclo mestruale, né con i tre giorni che lo precedono o lo seguono, poiché la presenza di sangue o variazioni ormonali può interferire con la corretta lettura del campione. L’esame andrebbe eseguito preferibilmente a metà ciclo, quando le secrezioni vaginali sono minori e le cellule della cervice sono più facilmente valutabili.

Come fare il Pap test: ecco come farlo correttamente

Il Pap test è un esame semplice che si svolge in pochi secondi: la donna si sdraia sul lettino ginecologico, il medico inserisce delicatamente uno speculum per allargare leggermente la vagina e preleva poi le cellule dal collo dell'utero utilizzando un apposito spazzolino e una spatola. Il materiale raccolto viene poi steso su un vetrino e fissato con uno spray. In laboratorio si esegue quindi un esame citologico: le cellule esfoliate dalla superficie della cervice uterina vengono colorate e osservate al microscopio (oggi spesso con il supporto di sistemi computerizzati) per individuare eventuali anomalie.

Quando è necessario fare il Pap test?

Il Ministero della Salute raccomanda il Pap test a tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 29 anni non vaccinate contro l’HPV prima dei 15 anni d’età anche in assenza di sintomi.  È da sottolineare che anche le donne vaccinate contro l’infezione di HPV devono sottoporsi al Pap test, considerato che la vaccinazione assicura una copertura solo per i ceppi di virus più diffusi che possono causare un tumore, non avendo una copertura del 100%..  

Se il risultato è negativo, va ripetuto ogni 3 anni o anche prima qualora si presentino sintomi come:

  • perdite di sangue tra un ciclo mestruale e l’altro, dopo i rapporti sessuali o in menopausa;
  • secrezioni vaginali anomale per colore, quantità o odore;
  • dolore pelvico persistente o fastidio durante i rapporti sessuali;
  • bruciore o prurito a livello vaginale non dovuti a infezioni note.

Questi sintomi non significano necessariamente la presenza di un tumore, ma devono essere sempre valutati dal medico. Un Pap test o un controllo ginecologico possono aiutare a identificare precocemente eventuali alterazioni e, se necessario, avviare gli approfondimenti o i trattamenti più adeguati.

- Esistono dei rischi legati al Pap test?

Il Pap test è un esame di prevenzione sicuro e indolore, e nella maggior parte dei casi non comporta alcun rischio.

In alcune donne può verificarsi un piccolo sanguinamento o un leggero crampo dopo l’esame, effetti del tutto temporanei che si risolvono spontaneamente. Non esistono rischi di danni all’utero o di interferenza con la fertilità, il test può essere eseguito anche in gravidanza, senza rischi per la madre o per il feto.

Gli eventuali limiti del Pap test non riguardano la sicurezza, ma la possibilità di falsi negativi o positivi, legata alla qualità del campione o a condizioni momentanee del collo dell’utero. Per questo è importante eseguirlo secondo le tempistiche consigliate e seguire le raccomandazioni del ginecologo.

Pap test: come leggere i risultati di questo test 

Il referto del Pap test indica se le cellule del collo dell’utero appaiono normali o presentano alterazioni.
Ecco come interpretare le principali voci che possono comparire nel risultato:

  • Negativo / Normale
    Non sono presenti cellule anomale. Non è necessario alcun trattamento: basta ripetere il test secondo la scadenza prevista dal programma di screening (di solito ogni 3 anni).
  • ASC-US (Cellule squamose atipiche di significato indeterminato)
    Si tratta di alterazioni lievi e a specifiche, spesso dovute a infezioni o infiammazioni.
    Nella maggior parte dei casi si esegue un test HPV reflex (un esame che si esegue solo se il Pap test risulta anomalo, per verificare la presenza del virus HPV ad alto rischio, mentre il test HPV viene eseguito direttamente come test primario di screening): se il risultato è negativo, si torna al normale intervallo di screening; se è positivo, si procede con una colposcopia per approfondire.
  • LSIL (Lesione intraepiteliale squamosa dibasso grado)
    Indica alterazioni lievi, spesso associate a un’infezione da HPV.
    Queste lesioni tendono a regredire spontaneamente, ma richiedono comunque un controllo o una colposcopia, in base all’età e alla storia clinica della paziente.
  • HSIL (Lesione intraepiteliale squamosa di alto grado)
    Segnala alterazioni più significative, che potrebbero evolvere in una lesione precancerosa.
    In questi casi è indicata una colposcopia con eventuale biopsia, per confermare la diagnosi e stabilire il trattamento più adeguato.
  • ASC-H (Atipie squamose da non escludere HSIL)
    Quando le cellule mostrano alterazioni più marcate ma non chiaramente classificabili, si raccomanda una colposcopia immediata.
  • AGC (Cellule ghiandolari atipiche)
    Riguardano le cellule del canale cervicale o dell’ endometrio e richiedono una valutazione specialistica approfondita, con colposcopia ed eventuali altri esami.
  • Cellule sospette o indicazione di malignità
    Tale referto non significa automaticamente che sia presente un tumore, ma richiede esami diagnostici più approfonditi (colposcopia, biopsia, test HPV).

In ogni caso, se il risultato non è Negativo/Normale occorre interpellare il proprio ginecologo o un esperto in grado di spiegare con chiarezza il significato del referto e indicare il percorso più appropriato.

Che differenza c'è tra il test HPV e il Pap test?

  • Il Pap test valuta al microscopio le cellule del collo dell’utero
  •  il test HPV (chiamato anche HPV DNA) determina se le cellule del collo dell’utero sono state infettate dal virus del papillomavirus umano (HPV) attraverso la ricerca del DNA/RNA virale; può risultare positivo anche prima che si verifichino le alterazioni delle cellule visibili con il Pap test

Operativamente il test HPV viene eseguito come il Pap test (vedi sopra le raccomandazioni per la preparazione e le modalità di esecuzione)

Dopo i 30 anni, l’esame di riferimento non è più il Pap test ma diventa il test HPV, da eseguire ogni 5 anni in caso di negatività

Il test HPV è raccomandato a partire dai 30 anni perché, nelle donne più giovani, l’infezione da HPV è molto frequente ma quasi sempre transitoria: nella maggior parte dei casi, infatti, il sistema immunitario riesce a eliminarla spontaneamente. Dopo i 30 anni, invece, la persistenza del virus diventa più probabile e quindi aumenta il rischio che si sviluppino alterazioni cellulari potenzialmente pericolose. Per questo motivo, il test HPV rappresenta un metodo mirato e rapido per individuare precocemente le donne a rischio permettendo quindi di intervenire prima che si sviluppino lesioni o malattie più gravi.

Si prevede che in futuro il test HPV possa semplificarsi in un semplice tampone vaginale che la donna può eseguire autonomamente, senza quindi bisogno di recarsi negli ambulatori dedicati e sottoporsi a valutazione ginecologica con utilizzo di speculum vaginale. Ciò potrebbe rendere ancora più diffusa ed efficace questa pratica di screening salva-vita. In attesa che la vaccinazione contro il papilloma virus faccia scomparire questa terribile malattia, che prima dell’introduzione del Pap test, ricordiamolo, era la causa principale di morte per tumore nelle donne!

Marianna Monte | Giornalista - Ufficio Comunicazione Mario Negri

con la consulenza di:

Roldano Fossati | Unità di Ginecologia e Oncologia

Giovanna Damia | Dipartimento di Ricerca Oncologia Sperimentale

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