
Il Pap test è un esame semplice e rapido che può salvare la vita: scopri come funziona, quando farlo e perché è essenziale per la prevenzione del tumore al collo dell'utero.
Il Pap test può essere considerato come il primo vero test di screening di massa contro un tumore della storia della medicina.
A svilupparlo fu il medico greco George Papanicolau (da cui difatti il test prende il nome), che nel 1928 dimostrò come un semplice esame delle cellule prelevate dal collo dell’utero potesse individuare lesioni precancerose e tumori in fase iniziale.
La sua intuizione, inizialmente accolta con scetticismo, divenne presto una pietra miliare della ginecologia moderna, salvando milioni di vite in tutto il mondo.
Si tratta di un esame fondamentale per la prevenzione del tumore del collo dell’utero(o cervice uterina), che è la parte finale dell’utero collegata direttamente alla vagina. In pratica, il test consente di rilevare alterazioni nelle cellule di questa zona che possono comparire anche molti anni prima dell’insorgenza del cancro vero e proprio.
Il tumore del collo dell’utero è causato in oltre il 90% dei casi da un’infezione persistente da papilloma virus umano (HPV), un virus molto diffuso che si trasmette principalmente per via sessuale.
Nella maggioranza delle donne l’infezione da HPV si risolve spontaneamente, ma in alcuni casi il virus può determinare alterazioni delle cellule della cervice uterina. Se questi cambiamenti non vengono individuati e monitorati, con il tempo possono evolvere in lesioni precancerose e, successivamente, in un tumore.
Il Pap test serve ad identificare queste alterazioni delle cellule e permettere di attuare un trattamento risolutivo. Inoltre, l’esame può evidenziare anche infezioni o infiammazioni del tratto genitale, spesso asintomatiche, che meritano comunque attenzione medica.
Eseguire regolarmente il Pap test, secondo le indicazioni del proprio medico o del programma di screening regionale, è quindi un gesto di prevenzione fondamentale per la salute femminile. Grazie alla sua introduzione, la mortalità per tumore del collo dell’utero si è ridotta drasticamente nei Paesi in cui lo screening è diffuso e accessibile a tutte le donne.
Preparazione al Pap test: ecco che cosa fare per arrivare preparati
Per garantire la massima accuratezza del risultato, è consigliabile:

Il Pap test è un esame semplice che si svolge in pochi secondi: la donna si sdraia sul lettino ginecologico, il medico inserisce delicatamente uno speculum per allargare leggermente la vagina e preleva poi le cellule dal collo dell'utero utilizzando un apposito spazzolino e una spatola. Il materiale raccolto viene poi steso su un vetrino e fissato con uno spray. In laboratorio si esegue quindi un esame citologico: le cellule esfoliate dalla superficie della cervice uterina vengono colorate e osservate al microscopio (oggi spesso con il supporto di sistemi computerizzati) per individuare eventuali anomalie.
Il Ministero della Salute raccomanda il Pap test a tutte le donne di età compresa tra i 25 e i 29 anni non vaccinate contro l’HPV prima dei 15 anni d’età anche in assenza di sintomi. È da sottolineare che anche le donne vaccinate contro l’infezione di HPV devono sottoporsi al Pap test, considerato che la vaccinazione assicura una copertura solo per i ceppi di virus più diffusi che possono causare un tumore, non avendo una copertura del 100%..
Se il risultato è negativo, va ripetuto ogni 3 anni o anche prima qualora si presentino sintomi come:
Questi sintomi non significano necessariamente la presenza di un tumore, ma devono essere sempre valutati dal medico. Un Pap test o un controllo ginecologico possono aiutare a identificare precocemente eventuali alterazioni e, se necessario, avviare gli approfondimenti o i trattamenti più adeguati.
- Esistono dei rischi legati al Pap test?
Il Pap test è un esame di prevenzione sicuro e indolore, e nella maggior parte dei casi non comporta alcun rischio.
In alcune donne può verificarsi un piccolo sanguinamento o un leggero crampo dopo l’esame, effetti del tutto temporanei che si risolvono spontaneamente. Non esistono rischi di danni all’utero o di interferenza con la fertilità, il test può essere eseguito anche in gravidanza, senza rischi per la madre o per il feto.
Gli eventuali limiti del Pap test non riguardano la sicurezza, ma la possibilità di falsi negativi o positivi, legata alla qualità del campione o a condizioni momentanee del collo dell’utero. Per questo è importante eseguirlo secondo le tempistiche consigliate e seguire le raccomandazioni del ginecologo.
Il referto del Pap test indica se le cellule del collo dell’utero appaiono normali o presentano alterazioni.
Ecco come interpretare le principali voci che possono comparire nel risultato:
In ogni caso, se il risultato non è Negativo/Normale occorre interpellare il proprio ginecologo o un esperto in grado di spiegare con chiarezza il significato del referto e indicare il percorso più appropriato.

Operativamente il test HPV viene eseguito come il Pap test (vedi sopra le raccomandazioni per la preparazione e le modalità di esecuzione)
Dopo i 30 anni, l’esame di riferimento non è più il Pap test ma diventa il test HPV, da eseguire ogni 5 anni in caso di negatività
Il test HPV è raccomandato a partire dai 30 anni perché, nelle donne più giovani, l’infezione da HPV è molto frequente ma quasi sempre transitoria: nella maggior parte dei casi, infatti, il sistema immunitario riesce a eliminarla spontaneamente. Dopo i 30 anni, invece, la persistenza del virus diventa più probabile e quindi aumenta il rischio che si sviluppino alterazioni cellulari potenzialmente pericolose. Per questo motivo, il test HPV rappresenta un metodo mirato e rapido per individuare precocemente le donne a rischio permettendo quindi di intervenire prima che si sviluppino lesioni o malattie più gravi.
Si prevede che in futuro il test HPV possa semplificarsi in un semplice tampone vaginale che la donna può eseguire autonomamente, senza quindi bisogno di recarsi negli ambulatori dedicati e sottoporsi a valutazione ginecologica con utilizzo di speculum vaginale. Ciò potrebbe rendere ancora più diffusa ed efficace questa pratica di screening salva-vita. In attesa che la vaccinazione contro il papilloma virus faccia scomparire questa terribile malattia, che prima dell’introduzione del Pap test, ricordiamolo, era la causa principale di morte per tumore nelle donne!
Marianna Monte | Giornalista - Ufficio Comunicazione Mario Negri
con la consulenza di:
Roldano Fossati | Unità di Ginecologia e Oncologia
Giovanna Damia | Dipartimento di Ricerca Oncologia Sperimentale