Data prima pubblicazione
December 17, 2025

Stipsi: cos’è e come trattarla secondo le ultime evidenze scientifiche

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December 17, 2025

Stipsi: cos’è e come trattarla secondo le ultime evidenze scientifiche

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Dal greco styphein (stretto), la "stipsi", detta anche stitichezza o costipazione, indica un disturbo intestinale che può impattare significativamente sulla qualità della vita. Di stipsi soffre circa il 15% della popolazione mondiale. Più le donne rispetto agli uomini. Soprattutto dopo i 65 anni. Riconoscere i sintomi, capire le cause e come trattarla è il modo giusto per affrontarla.

Indice

Cos’è la stipsi

La stipsi è una condizione caratterizzata dalla difficoltà a espellere le feci, con una frequenza inferiore a tre volte la settimana (la normale frequenza di defecazione può variare da persona a persona, indicativamente dovrebbe essere tra tre evacuazioni al giorno e tre alla settimana senza dolore o sforzo).

Si tratta di un disturbo in grado di impattare pesantemente sulla qualità della vita: le feci dure e gli sforzi continui possono provocare infatti un aumento della pressione sanguigna, irritazioni, emorroidi, ma anche conseguenze come ansia, depressione e riduzione dell'efficienza lavorativa.

Stipsi acuta e stipsi cronica

Possiamo distinguere principalmente tra:

  • Stipsi acuta: un disturbo temporaneo o improvviso che si manifesta per brevi periodi. Può essere legata a stress, gravidanza, cambiamento di luoghi o abitudini alimentari, interventi chirurgici o terapie particolari
  • Stipsi cronica: persiste per più di 6 mesi ed è associata spesso a disfunzioni motorie intestinali o ad altre patologie come malattie neurologiche, diverticolite, diabete, ipofunzione tiroidea, tumori come il quello del colon-retto.

I sintomi della stipsi

La stipsi può manifestarsi con segnali diversi, che riguardano sia la frequenza delle evacuazioni sia la loro “qualità”. Oltre alla ridotta regolarità intestinale, possono comparire sensazioni di difficoltà o incompleto svuotamento, dolore addominale e altri disturbi che influenzano la vita quotidiana.

Tra i sintomi più comuni:

  • Evacuazioni meno frequenti del normale
  • Necessità di sforzo eccessivo durante la defecazione
  • Feci dure o grumose
  • Sensazione di evacuazione incompleta
  • Sensazione di blocco o ostruzione a livello rettale
  • Dolore o crampi addominali
  • Pancia gonfia
  • Nausea
  • Necessità di manovre manuali per facilitare l’evacuazione

Le cause principali della costipazione

La stipsi o costipazone intestinale può avere molte cause, le più frequenti riguardano alimentazione e stile di vita, ma non sono da trascurare il ruolo di alcuni farmaci, i disagi che interessano la sfera psichica, come ansia o stress, o specifiche patologie che possono rallentare o ostacolare il transito delle feci nell’intestino.

Ecco alcune tra le cause principali della stipsi:

1. Dieta e scarsa idratazione

La fibra alimentare trattiene acqua nelle feci, aumenta il loro volume e le rende più morbide, facilitando il passaggio attraverso l’intestino. Quindi, se si segue una dieta povera di fibre o se si beve poco, l’intestino per compensare assorbe più acqua del normale dalle feci e le rende così dure e difficili da eliminare. Anche il consumo eccessivo di alimenti “costipanti”, come prodotti raffinati o poveri di acqua, può contribuire alla comparsa della stipsi.

2. Farmaci che rallentano l’intestino

Sono diversi i farmaci che possono indurre stitichezza o stipsi rallentando la motilità intestinale o rendendo le feci più dure. Tra i più comuni gli oppioidi, i sali di ferro, i farmaci con effetto anticolinergico (ad esempio alcuni antidepressivi triciclici, antistaminici e antispastici), alcuni antiacidi contenenti alluminio, il subsalicilato di bismuto, determinati antipertensivi e diversi sedativi. La stipsi indotta da farmaci è particolarmente frequente negli anziani o nei pazienti politerapici.

3. Defecazione disordinata (dischezia)

La dischezia è un disturbo in cui il retto e i muscoli del pavimento pelvico non si coordinano correttamente durante la defecazione. La persona avverte lo stimolo ma non riesce a espellere le feci, anche quando non sono particolarmente dure. È una condizione più diffusa di quanto si pensi e può comparire da sola oppure essere associata alla sindrome dell’intestino irritabile o a disfunzioni del pavimento pelvico.

4. Sindrome dell’intestino irritabile con stipsi predominante (IBS-C)

Alcuni pazienti con sindrome dell’intestino irritabile presentano stipsi. In questo caso, oltre alla difficoltà di evacuazione, sono comuni gonfiore, dolore addominale e alternanza tra feci dure e periodi di normale evacuazione.

5. Uso cronico di lassativi o clisteri

L’utilizzo frequente o prolungato di lassativi può portare a dipendenza funzionale, cioè all’incapacità di evacuare senza ricorrere ai farmaci. Questo crea un circolo vizioso: più si usano lassativi, più l’intestino diventa “pigro”, aggravando la stipsi.

6. Cause mediche e condizioni cliniche

Alcuni disturbi metabolici, neurologici o strutturali possono rallentare significativamente il transito intestinale, causando stitichezza, perché interferiscono con nervi e muscoli che regolano la motilità. Ne sono un esempio: ipotiroidismo, ipercalcemia, Parkinson o neuropatie, comprese quelle associate al diabete mellito, lesioni del midollo spinale, malattie neurologiche che alterano la coordinazione muscolare, occlusioni intestinali o ostruzioni da tumori del colon, soprattutto nel tratto finale, aderenze addominali dopo interventi chirurgici.

7. Stile di vita e fattori comportamentali

La sedentarietà, i cambiamenti di routine, lo stress, i viaggi, il trattenere abitualmente lo stimolo e un’alimentazione irregolare sono fattori che possono contribuire alla stipsi. L’attività fisica favorisce la motilità intestinale: per questo, periodi di immobilità prolungata - come dopo un intervento o durante un ricovero - possono indurre o peggiorare la stipsi.

Come si diagnostica la stipsi

Quando si sospetta di avere stipsi, non basta contare “quante volte si va in bagno”: la diagnosi richiede una valutazione clinica completa che considera sintomi, storia personale e le possibili cause.

  1. Il medico inizierà raccogliendo informazioni precise su frequenza delle evacuazioni, consistenza delle feci, sforzo richiesto e sensazione di svuotamento incompleto. Verranno valutate anche la dieta, l’idratazione, lo stile di vita, l’uso di farmaci e il decorso temporale del disturbo - se si tratta di una condizione transitoria o di lunga durata.
  2. A questo punto, possono essere necessari esami clinici e strumentali, in particolare nei casi in cui ci siano segni di allarme (sangue nelle feci, perdita di peso, comparsa recente dopo i 50 anni) o quando la stipsi risulta resistente. Le indagini possibili includono l’esplorazione rettale, la manometria anorettale, lo studio dei tempi di transito intestinale, la defecografia e la colonscopia.

Attraverso questo percorso diagnostico, il medico è in grado non solo di confermare la presenza di stipsi, ma anche di capire perché si è sviluppata e come intervenire in modo personalizzato.

Stipsi: come si cura secondo le ultime evidenze scientifiche

Recentemente, alcuni ricercatori del King’s College di Londra hanno redatto le prime raccomandazioni per la gestione dietetica della stipsi cronica nella popolazione adulta basandosi su solide evidenze scientifiche.

Integratori di fibre e psyllium

• Gli integratori di psyllium possono dare un beneficio clinico, perché aumentano la frequenza delle evacuazioni e ammorbidiscono la consistenza delle feci in caso di stitichezza. Inoltre, sono efficaci nel ridurre la gravità dello sforzo evacuativo causato dalla stipsi. Gli stessi effetti non si hanno con gli integratori a base di inulina, polidestrosio e galatto-oligosaccaridi.

• È consigliato l’uso di dosi di integratori di psyllium superiori a 10 g/die per un periodo minimo di 4 settimane per aumentare la frequenza delle evacuazioni e migliorare i sintomi generali della stitichezza.

• Quando si consiglia l'uso di integratori di fruttani tipo inulina, è necessario valutare la possibilità di un aumento della flatulenza.

Integratori probiotici

In generale, la supplementazione con probiotici può aumentare la probabilità di avere una risposta clinica al trattamento. Sebbene alcune specie e ceppi di probiotici possano migliorare la stitichezza, in generale mancano prove convincenti per raccomandare specifici ceppi di probiotici. Più in dettaglio, gli integratori di Bifidobacterium lactis aumentano la frequenza delle evacuazioni in caso di stitichezza, ma non ne influenzano la consistenza. Mentre gli integratori a base di Bacillus coagulans Unique IS2 migliorano sintomi specifici della stitichezza, ma non influenzano la frequenza o la consistenza delle feci in caso di stitichezza.

Ossido di magnesio

• Gli integratori di ossido di magnesio sono efficaci nell’ aumentare la frequenza delle evacuazioni, ammorbidire la consistenza delle feci e migliorare i sintomi generali della stitichezza, come la gravità dello sforzo e il senso di evacuazione incompleta. Inoltre, riducono la gravità del gonfiore e del fastidio addominale.

• Gli integratori di ossido di magnesio a una dose di 0,5-1,5 g/die per almeno 4 settimane possono essere raccomandati in caso di stitichezza, se clinicamente appropriato.

• Gli integratori di ossido di magnesio possono essere aumentati gradualmente con incrementi settimanali, monitorando la tolleranza, a partire da una dose di 0,5 g/die.

Alimenti strategici

Il Kiwi

  • Il kiwi è più efficace nell'aumentare la frequenza delle evacuazioni, ma non migliora la consistenza delle feci, rispetto allo psyllium.
  • Il consumo di 2-3 kiwi al giorno (senza buccia) per almeno 4 settimane può essere raccomandato in caso di stitichezza.
  • I kiwi possono essere un'opzione preferibile allo psyllium nelle persone con stitichezza che manifestano effetti collaterali come gonfiore, dolore addominale e flatulenza

Pane di segale

  • Il pane di segale è più efficace del pane bianco nell'aumentare la frequenza delle evacuazioni.
  • Consumare 6-8 fette di pane di segale al giorno per almeno 3 settimane può essere raccomandato.

Acqua ad alto contenuto di minerali

Bere 0,5–1,5 l/giorno di acqua ad alto contenuto di minerali (calcio, magnesio, zolfo, sodio) per 2–6 settimane può migliorare la risposta sintomatica al trattamento, ma non altri sintomi specifici.

Cosa non funziona: integratore di senna (pianta medicinale molto usata come lassativo)

Gli integratori a base di senna non influenzano la frequenza delle evacuazioni in caso di stitichezza. Se infatti la senna è sempre stato un trattamento usuale per la stitichezza e il suo utilizzo è stato precedentemente raccomandato nelle linee guida, due studi clinici randomizzati controllati con placebo hanno dimostrato individualmente l'efficacia di questi integratori rispetto al placebo, ma quando questi studi sono stati analizzati insieme, l'effetto complessivo non è risultato più significativo. I numerosi studi sulla senna presenti in letteratura sono di scarsa qualità scientifica, per cui sono necessari ulteriori studi clinici randomizzati controllati di alta qualità per stabilire l'efficacia degli integratori di senna nella stitichezza cronica.

Strategie alimentari contro la stipsi

La stitichezza cronica è più comune con l’avanzare dell'età. I ricercatori del Massachusetts General Brigham hanno recentemente condotto un nuovo studio per valutare se cinque tipi di diete (dieta mediterranea, dieta plant-based, dieta a basso contenuto di carboidrati, dieta occidentale e dieta infiammatoria) potessero aiutare a prevenire la stitichezza cronica negli adulti di mezza età e negli anziani. Il team ha monitorato oltre 96.000 partecipanti per diversi anni per verificare in che modo le abitudini alimentari a lungo termine influenzassero la probabilità di sviluppare questo problema. La loro analisi ha mostrato che le persone che seguivano regolarmente una dieta mediterranea o plant-based (indipendentemente dal consumo di fibre) presentavano una minore incidenza di stitichezza. Invece, i soggetti che seguivano costantemente una dieta occidentale o infiammatoria avevano maggiori probabilità di sviluppare stitichezza cronica, mentre coloro che seguivano una dieta a basso contenuto di carboidrati non mostravano un forte effetto sul rischio di stitichezza.

In conclusione, questi risultati suggeriscono che una dieta ricca di verdure, noci e grassi sani può aiutare a prevenire la stitichezza cronica negli adulti di mezza età e negli anziani.

Carlotta Franchi | Responsabile Laboratorio di Farmacoepidemiologia e Nutrizione Umana

Marianna Monte | Giornalista

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