ultimo aggiornamento:
10/9/2020
February 21, 2020

Nuovo coronavirus SARS-CoV-2: alcune risposte a domande frequenti

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Il presente articolo fa riferimento alle conoscenze e ai dati epidemiologici disponibili a Settembre 2020.

Come si trasmette il virus SARS-CoV-2?

In modo simile a quanto avviene per le infezioni da altri coronavirus, nonché per molte infezioni delle vie respiratorie, il SARS-CoV-2 si trasmette principalmente per via aerea.

La trasmissione avviene attraverso le goccioline (droplet) che vengono prodotte e diffuse nell’ambiente mentre parliamo, tossiamo, starnutiamo. Se queste goccioline vengono a contatto con le mucose di una persona (per esempio quelle della bocca, degli occhi o del naso), direttamente o perché trasportate dalle mani, il virus può introdursi nell’organismo e causare la malattia.
coronavirus trasmissione attraverso goccioline

Queste goccioline rimangono sospese nell’aria per poco tempo e sono in grado di percorrere una distanza breve: la trasmissione diretta da persona a persona avviene prevalentemente se la distanza tra i due soggetti è inferiore a 1 metro.

E’ stata ipotizzata una trasmissione attraverso le feci, ma non è ancora stata confermata.
Non è da escludere che ci possa essere anche una trasmissione indiretta, attraverso il contatto con superfici e oggetti contaminati dal virus. Si tratterebbe, comunque, di una possibilità di trasmissione che si verifica poco frequentemente.

L’osservanza delle norme igieniche è essenziale per prevenire il contagio indipendentemente da quale possa essere la via di trasmissione:

  • lavare frequentemente e accuratamente le mani con acqua e sapone o gel disinfettante a base di alcool;
  • evitare di toccare bocca, naso e occhi (principali vie di accesso del virus) con le mani sporche;
  • coprire naso e bocca con un fazzoletto di carta (da gettare dopo l’uso) o con l’incavo del gomito quando si tossisce o si starnutisce
  • non condividere con altri asciugamani, bicchieri, posate e stoviglie.

I pazienti asintomatici possono trasmettere la malattia?

La raccolta delle informazioni sull’andamento dell’infezione COVID-19 (nome attribuito alla malattia causata dal nuovo coronavirus) e sulla progressione dell’epidemia è ancora in corso e al momento una risposta definitiva a questa domanda non è disponibile.


Sulla base della segnalazione di casi risultati positivi al test per il virus senza un contatto con persone che presentavano sintomi evidenti è probabile che anche soggetti asintomatici possano trasmettere il virus, così come avviene anche per altre infezioni virali (per esempio l’influenza o il morbillo).

Gli esperti delle istituzioni sanitarie internazionali come l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritengono però che la trasmissione del virus da asintomatici contribuisca in misura minore alla diffusione dell’epidemia. Infatti, la trasmissione da casi asintomatici è generalmente poco efficiente. In molti casi la carica virale (la quantità di virus in circolo) è bassa e l’assenza di sintomi come tosse e raffreddore fa sì che il virus si diffonda poco.
Al contrario, la contagiosità è più elevata durante la fase con la maggiore presenza di sintomi.
Alcuni studi basati su modelli previsionali hanno stimato che più dell'80% dei contagi possa essere dovuto a soggetti non identificati come positivi al virus. In questa categoria rientra, però, sia chi non aveva sintomi, che persone con sintomi lievi non sottoposti a tampone. Non è pertanto possibile stimare quale è la quota dei contagi dovuta a veri e propri asintomatici.

Al momento gli interventi di salute pubblica sono focalizzati principalmente nell’identificare i soggetti che si sono ammalati di COVID-19 appena compare la febbre o la tosse, così da isolarli ed evitare che possano trasmettere il virus ad altri. Per maggiore cautela, la cosiddetta quarantena di 14 giorni è estesa anche alle persone a maggior rischio di essere entrate in contatto con il virus, come nel caso delle persone rientrate da Wuhan o sbarcate dalla nave da crociera Diamond Princess. Questo per evitare che possano trasmettere ad altri l’infezione prima della comparsa dei sintomi.

Un’ulteriore domanda a cui non è possibile al momento fornire risposta è se e con quanta frequenza l’infezione si presenta senza sintomi o con sintomi non riconosciuti.

Al momento i dati disponibili riguardano quasi esclusivamente soggetti ricoverati in ospedale. Nei dati resi pubblici dai ricercatori del centro cinese di controllo e prevenzione delle malattie (Chinese Center for Disease Control and Prevention, China CDC), poco più dell’1% dei casi identificati come positivi al virus non presentava sintomi. Verosimilmente è, però, un dato sottostimato.
Non è possibile conoscere qual è il numero totale di persone infettate dal SARS-CoV-2. L’analisi dei dati su alcuni focolai di epidemia (in particolare quello riguardante la nave da crociera Diamond Princess) sarà molto utile per poter effettuare una previsione attendibile.

Qual è il periodo di incubazione?

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e le altre istituzioni internazionali ritengono, sulla base dei dati disponibili e dell’esperienza con altre infezioni da coronavirus, che la durata del periodo di incubazione possa variare tra 1 e 14 giorni. Da un’analisi degli studi oggi disponibili, l’OMS  ha stimato che la mediana del periodo di incubazione è tra 5 e 6 giorni, ovvero che la maggioranza delle persone sviluppa sintomi entro quell’intervallo.

La soglia dei 14 giorni come durata del periodo necessario per l’isolamento dei casi positivi e per la quarantena dei contatti a rischio è stata fissata in via precauzionale. Dopo questo periodo la possibilità che una persona possa sviluppare la malattia e trasmetterla ad altri appare estremamente bassa.

Uno studio condotto esaminando i casi di circa 1000 pazienti ricoverati in più di 500 ospedali cinesi ha segnalato che in uno di questi soggetti la comparsa dei sintomi sarebbe avvenuta dopo 24 giorni. Ci sono, però, dubbi sul fatto che la data del possibile contagio sia stata identificata correttamente. In ogni caso si tratterebbe di un evento straordinario (in termini tecnici un “outlier”) che al momento non richiede di modificare le procedure adottate in Italia e nel mondo.

Come comportarsi di fronte all'epidemia in corso in Italia?

Dopo l'individuazione di alcuni casi di COVID-19 in Lombardia e Veneto avvenuta il 21 febbraio, il numero di persone contagiate dal virus e ricoverate in ospedale è in forte aumento, in particolare in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, ma con casi segnalati anche in altre regioni italiane.
Questo ha portato il governo, in accordo con le regioni interessate, ad adottare alcune misure (per esempio, chiusura di asili, scuole e università, chiusura di luoghi di aggregazione come cinema, teatri, discoteche).

Perchè queste misure? Lo scopo è di limitare i contatti sociali e contenere la diffusione del virus, così da evitare un sovraccarico per il servizio sanitario dovuto a un eccessivo numero di persone che necessitano di cure in un breve periodo di tempo. E' possibile che alcune di queste misure vengano estese a tutte le regioni italiane.

In generale, le persone con sintomi di influenza (febbre, tosse, mal di gola) non devono andare direttamente in Pronto Soccorso ma sentire prima il proprio medico.

Se residenti in Lombardia il numero verde regionale è 800.89.45.45.
Per le altre regioni l'elenco dei numeri a cui fare riferimento è disponibile sul sito del Ministero della Salute.
In alternativa si può contattare il 112.

Per tutti valgono le seguenti raccomandazioni:

  • lavare spesso e accuratamente le mani
  • evitare di toccare con le mani naso, bocca e occhi
  • coprire naso e bocca con un fazzoletto di carta quando si tossice o si starnutisce, gettando il fazzoletto dopo l'uso e lavando le mani
  • pulire spesso con un liquido detergente lo smartphone e il tablet
  • mantenere una distanza di almeno un metro dalle persone che hanno sintomi come raffreddore e tosse
  • evitare il più possibile luoghi affollati

Dove trovare informazioni attendibili sull’infezione da SARS-CoV-2?

Sui siti delle istituzioni sanitarie nazionali come:

E’ possibile richiedere informazioni sull’infezione da coronavirus all’indirizzo email del Centro di Informazione sul Farmaco e la Salute dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.

N.d.r. Il 13 febbraio 2020 l’International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) ha classificato il nuovo coronavirus denominandolo Sars-CoV-2 e non più 2019-nCoV. Inoltre, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha denominato ufficialmente COVID-19 la malattia derivante dall’infezione da Sars-CoV-2.

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