Data prima pubblicazione
25/5/2021
July 23, 2020

Ragazzi in quarantena: quali conseguenze nella quotidianità?

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Rinchiusi tra le mura di casa, quali sono state le conseguenze emotive di bambini e ragazzi durante la quarantena forzata per il Covid-19?

Le giornate scandite da smartworking e Didattica a Distanza, bisogni e necessità trasformati per forza da un momento storico che ha generato dubbi di ogni tipo pretendendo risposte immediate.

Questi sono stati i motivi che hanno spinto il Laboratorio per la Salute Materno Infantile del Dipartimento di Salute Pubblica a condurre tra maggio e giugno 2020 un progetto chiamato “Ragazzi in quarantena”, i cui risultati sono stati presentati giovedì 23 luglio nel corso di un webinar trasmesso sul canale youtube, e poi pubblicati a maggio 2021 su BMC Pediatrics.

Attraverso delle videointerviste, 82 bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e 14 anni, tutti residenti a Milano città e periferia, hanno risposto a due domande:

  • qual era lo stato del loro benessere psicologico post lockdown?
  • la loro routine durante il lockdown aveva subito cambiamenti?

Alcuni dei ragazzi intervistati hanno vissuto da vicino il Covid-19, risultando loro stessi positivi al test sierologico o a causa di famigliari che si sono ammalati. Questa esperienza li ha segnati profondamente.
“Come già evidenziato da precedenti studi o da studi condotti dopo la pandemia Covid-19 – commenta Maurizio Bonati, Capo Dipartimento Salute Pubblica - la quarantena può causare forte stress, paure, irritabilità e incertezze anche nei più piccoli. Una maggiore probabilità di sviluppare sintomi di disturbo psicologico che si protraggono nel tempo è caratteristica di questi periodi di isolamento. Ad oggi vi sono ancora pochi studi che hanno analizzato l’impatto psicologico della quarantena sui bambini della scuola primaria e secondaria di primo grado, raccontato proprio dai diretti interessati”.

Didattica a distanza, abitudini alimentari e sonno

Durante le video interviste sono state indagate tre diverse aree: Didattica a Distanza, abitudini alimentari e sonno.

Didattica a distanza (DaD)

La maggior parte dei ragazzi intervistati ha ammesso:

  • di aver avuto difficoltà a mantenere l’attenzione durante le lezioni online
  • di trovare la DaD più stancante della scuola normale
  • di avere poca voglia di impegnarsi con questa nuova modalità di apprendimento.
Un terzo dei bambini e degli adolescenti intervistati ha fatto molta fatica ad adattarsi alla scuola da remoto.

Questi dati rappresentano un’ulteriore conferma rispetto ai risultati del precedente studio effettuato dai ricercatori, che aveva riscontrato una maggiore difficoltà soprattutto negli alunni della scuola primaria di primo grado.

Abitudini alimentari

La maggioranza dei ragazzi ha confessato di aver modificato la propria alimentazione durante la quarantena, soprattutto i bambini della scuola primaria di primo grado. Le loro abitudini alimentari si sono modificate rispetto al solito durante questo periodo di isolamento forzato, mangiando di più. E anche la qualità del cibo è peggiorata, essendo aumentato il consumo di “junk food”, e cioè snack, patatine e dolci.

Insomma, quasi la metà dei ragazzi ha rivelato di “aver pasticciato” di più rispetto alla normalità.

Sonno

Più della metà dei ragazzi non è riuscita a dormire “come prima”, trovando difficoltà nel prendere sonno con frequenti risvegli notturni.

Anche il ritmo sonno-veglia è risultato alterato, con la tendenza ad andare a letto più tardi rispetto al solito. Tuttavia, la sveglia al mattino era solo di poco posticipata dovendo, comunque, alzarsi “presto” per seguire le video-lezioni. I più piccoli, inoltre, hanno espresso il desiderio di dormire nel lettone con la mamma e il papà durante la quarantena.

Globalmente quindi i risultati fanno emergere problemi di sonno e necessità di maggiore contatto con i genitori.

Quest’ultimo desiderio probabilmente è stato causato dalla paura di perdere i propri cari a causa del Covid-19. La preoccupazione dei ragazzi del lockdown era infatti maggiormente rivolta verso gli altri che verso loro stessi.

Conseguenze emotive del lockdown

ragazzi e lockdown

Trascorrere più di due ore al giorno davanti agli schermi, e non solo per svolgere la DaD, ha provocato nei ragazzi un elevato stato d’ansia e frequenti sbalzi d’umore, causati principalmente da un maggior tempo passato davanti agli schermi e da un cambiamento della routine alimentare (sia per la quantità che la qualità).

Cosa è mancato di più ai ragazzi durante la quarantena?

Quasi tutti gli intervistati hanno confessato di aver sofferto molto:

  • la mancanza degli amici e dei compagni
  • la mancanza delle attività extra-curricolari e degli hobby che scandivano i pomeriggi e week-end (sport/ attività di gruppo…).
Alla domanda “Qual è la prima cosa che vorresti fare una volta tornati alla normalità?” è stato espresso il desiderio di poter rivedere i propri coetanei, di poter riprendere a fare sport, di ricongiungersi con i propri famigliari e di poter andare al mare.

In vista della riapertura delle scuole a settembre, è fondamentale cercare di capire quali siano le reazioni e le emozioni dei bambini in risposta a questo isolamento. Solo in questo modo sarà possibile soddisfare in modo efficace i loro bisogni, evitando così conseguenze negative a lungo termine sulla loro salute fisica e psicologica. Le scuole sono state le prime sedi di attività a chiudere (23 febbraio in Lombardia) e saranno le ultime a riaprire (14 settembre). Il rischio di compromissione di aspetti cognitivi, emotivi e relazionali dovuti alla loro prolungata chiusura è molto alto: infatti, già solo sei mesi di mancato apprendimento possono avere un effetto negativo su più competenze.

Maurizio Bonati - Responsabile Dipartimento di Salute Pubblica

Editing Raffaella Gatta - Content Manager

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