ultimo aggiornamento:
November 28, 2022

Farmaci scaduti: come smaltirli e quali sono i rischi?

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Come comportarsi se dovesse capitare di ritrovare in fondo all'armadietto delle medicine un farmaco che riporta una data di scadenza ormai passata? È ancora efficace o può essere pericoloso assumerlo?

Il problema non è tanto per la gestione domestica dei farmaci, quanto per situazioni particolari, in cui non è disponibile un'alternativa adeguata al farmaco scaduto, come successo pochi mesi fa per l’ibuprofene. Per questo motivo sono stati condotti studi scientifici ad hoc e i risultati sono rassicuranti, spiega Luca Pasina, responsabile del Laboratorio di Farmacologia clinica e Appropriatezza prescrittiva, ad Adnkronos Salute. Il farmaco non diventa inefficace il giorno dopo la scadenza né causa problemi. In letteratura non è riportato nessun caso di tossicità da farmaco scaduto, non bisogna quindi spaventarsi. Quello che normalmente può succedere è che si perde efficacia. Ma, anche qui, tutti gli studi che hanno valutato questo aspetto hanno fatto vedere che, per periodi anche molto distanti dalla data di scadenza, questa cosa non si verifica.

Farmaci scaduti: quanto dura un farmaco dopo la scadenza?

La scadenza indicata sulle scatole delle medicine non è il risultato di uno studio di stabilità: tale data non stabilisce né l’inefficacia né un potenziale dannoso.

Alle case farmaceutiche, infatti, non viene richiesto di determinare quale sia la reale stabilità del prodotto. La data di scadenza delle medicine viene definita in maniera arbitraria dal produttore; viene però garantito che la quantità del principio attivo e la potenza del farmaco rimangano sempre uguali all'interno di quel preciso periodo tra la produzione e la scadenza indicata. "Ciò però non vuol dire che dopo la scadenza non ci siano dei rischi"- puntualizza il Dr. Pasina - "Da un punto di vista pratico ci sono degli studi di letteratura che hanno indagato se alcuni prodotti perdevano quantità di principio attivo o potenza. Analisi condotte su un numero alto di farmaci". Ad esempio, uno studio pubblicato su Jama nel 2016 ha analizzato più 3mila lotti su 122 tipi di farmaci diversi e ha dimostrato come quasi il 90% di questi prodotti fossero stabili per oltre un anno dalla scadenza indicata. Mediamente la stabilità si aggirava intorno ai 5 anni e mezzo, con una grossa variabilità: oltre un anno, la percentuale di farmaci stabili era 90% e oltre i quattro anni, era del 12%.

Molto dipende dalle formulazioni: i medicinali liquidi sono quelli che hanno più probabilità di perdere di stabilità, mentre normalmente le compresse sono più durevoli.
Un altro lavoro del 2012, pubblicato sempre su Jama, parte da un caso specifico: in una farmacia al dettaglio vengono scoperti, nei loro contenitori originali e non aperti, 8 farmaci con 15 diversi principi attivi scaduti da tempo, 28-40 anni. Si decide così di effettuare un'analisi a distanza 'record' dalla data riportata nelle confezioni. Il risultato è che in 12 su 14 dei composti testati era presente ancora il 90% della concentrazione di principio attivo. Quindi, gli studi disponibili ci dicono che nel 90% dei casi, soprattutto per le formulazioni solide, non c'è una perdita del principio attivo. Il farmaco conserva stabilità e potenza anche a distanza di molti anni o molti mesi dopo la fine del periodo di stabilità indicato sulla scatola.

Come conservare i farmaci per non danneggiarli?

La durata e la stabilità di un farmaco dipendono molto da come essi vengono conservati. Si parla di “farmaci integri e conservati in condizioni ottimali” quando questi non vengono esposti al calore, alle radiazioni nel caso di formulazioni sensibili alla luce e sono conservati in luoghi asciutti a temperature stabili.
Approfondisci nell’articolo Assumere farmaci in sicurezza: ecco come

Smaltimento farmaci scaduti: ecco come farlo correttamente

I medicinali rientrano fra i rifiuti urbani pericolosi e non possono essere buttati nella pattumiera. Mentre la scatola esterna di cartone e il foglietto illustrativo vanno buttati nella carta, il farmaco va portato, all'interno della propria confezione o blister, nei cesti dedicati allo smaltimento di questi prodotti, presso le farmacie. In questo modo entrano nel percorso di trattamento specifico dei rifiuti speciali. Altra cosa da non fare mai è svuotare i flaconi di farmaci, per esempio antibiotici in sciroppo, negli scarichi di casa. I medicinali, infatti, possono finire nei fiumi e nei mari attraverso le acque reflue, aumentando così il rischio di selezionare batteri resistenti.

Se i farmaci sono stati aperti, non vanno consumati oltre il periodo indicato e vanno seguite le indicazioni contenute nel foglietto illustrativo. Questo vale soprattutto per le formulazioni liquide, che presentano all’interno anche alcuni conservanti.

Poi, bisogna attenersi al periodo di validità del farmaco aperto che è riportato nella scheda tecnica perché potrebbe esserci un rischio di contaminazione.

Infine, bisogna evitare di fare scorte di farmaci: spesso le medicine sono acquistate in maniera preventiva, e poi queste scadono e devono essere buttate. Bisogna, invece, farsi prescrivere solo i farmaci che servono realmente e acquistare solamente quelli necessari, per evitare di andare incontro a questo problema.

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