Il melanoma è il più aggressivo fra i tumori della pelle ma anche tra i più curabili se individuato in tempo. Sintomi, cause, nuove terapie.
Considerato fino a pochi anni fa una neoplasia rara, il melanoma è sempre più diffuso. Colpisce soprattutto soggetti tra i 30 e i 60 anni, soprattutto uomini. E ha un’incidenza in crescita costante in tutto il mondo.
Perché i casi aumentano? I motivi possono essere diversi. Da un lato c’è una maggiore sensibilità nei confronti della patologia che spinge le persone a sottoporsi a controlli regolari, dall’altro la diffusione di strumenti diagnostici più efficaci. Pesa, inoltre, l’impatto di tendenze e abitudini diffuse soprattutto nei primi anni 2000, come l’uso massiccio di lampade abbronzanti a raggi UV, i cui effetti cancerogeni possono manifestarsi anche a distanza di anni.
La buona notizia è che, al bilancio, in negativo, delle diagnosi, fanno eco gli eccezionali successi nei trattamenti. Grazie infatti, a tecniche come l’immunoterapia e le terapie target su bersagli molecolari, anche nelle forme più gravi di melanoma, contro cui fino a poco tempo fa c’erano poche opzioni di cura, le possibilità di sopravvivenza si moltiplicano.
Il melanoma è un tipo di tumore che si sviluppa dalle cellule che producono la melanina (dal greco melos, nero), pigmento responsabile del colore della pelle, dei capelli e degli occhi. Può svilupparsi in diverse parti del corpo dove sono presenti melanociti, inclusi occhi (melanoma oculare), mucose (melanoma mucosale) e raramente organi interni. È uno dei tumori più aggressivi, ma può essere curato se diagnosticato precocemente.
Quando parliamo di melanoma cutaneo, ci riferiamo alla forma più comune di melanoma, che si sviluppa direttamente sulla pelle. Il melanoma cutaneo è considerato il più aggressivo fra i tumori della pelle. Come tutti i melanomi origina dalle cellule responsabili della produzione di melanina, pigmento che svolge anche una funzione protettiva contro i danni provocati dai raggi ultravioletti.
Può svilupparsi su una pelle sana, ma in alcuni casi può anche derivare dalla trasformazione di un neo già esistente. Non riguarda solo le zone più esposte al sole, come viso, braccia o gambe, ma può comparire ovunque, anche in aree meno visibili ed esposte, come piante dei piedi, genitali, cuoio capelluto.
Il melanoma è sempre un tumore maligno: non esiste una forma di melanoma benigno. Quando si parla di lesioni non pericolose, si fa riferimento a nei benigni che non mostrano le caratteristiche tipiche di un tumore maligno.
L’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti (UV), sia naturali che artificiali, è il principale fattore di rischio per lo sviluppo del melanoma cutaneo. Ma non è l’unico.
Anche la componente genetica gioca un ruolo importante in circa 10-15% dei casi. Chi ha una storia familiare di melanoma può richiedere al Servizio Sanitario Nazionale una consulenza genetica per rischio ereditario (geni CDKN2A e CDK4, ma anche BAP1, POT1, TERF2IP, ACD, TERT, MITF, MC1R, ATM, PALB2), ma solo in questi casi particolari:
Il rischio aumenta anche in chi ha una ridotta efficienza del sistema immunitario, per esempio a causa di malattie croniche autoimmuni o trattamenti come la chemioterapia o il trapianto d’organo. Alcune condizioni genetiche molto rare, come lo xeroderma pigmentoso, rendono ancora più vulnerabili ai danni provocati dalla luce solare.
Infine, aver già avuto un melanoma o un altro tumore della pelle è un ulteriore fattore di rischio da non sottovalutare.
Il melanoma non si presenta sempre allo stesso modo. Ne esistono diverse forme, con comportamenti, localizzazioni e caratteristiche differenti. Conoscerle aiuta a riconoscerle per tempo.
Sono quattro le principali varietà istopatologiche del melanoma cutaneo, eccole con le immagini corrispondenti:
Rappresenta circa il 70% dei casi e si manifesta spesso a partire da un neo preesistente o da cute sana. All’inizio può sembrare innocuo: una macchia piatta o leggermente in rilievo, che si allarga lentamente sulla superficie della pelle, anche per anni, prima di scendere in profondità. Si localizza soprattutto sul tronco negli uomini e sulle gambe nelle donne, ed è più frequente tra i 30 e i 50 anni. È proprio la sua apparente “tranquillità” a renderlo insidioso: tende a passare inosservato se non si presta attenzione ai cambiamenti del proprio corpo.
E' più raro ma decisamente più aggressivo. Rappresenta circa il 15% dei melanomi e si sviluppa più spesso negli uomini, localizzandosi su testa, collo e tronco. In questo caso il nodulo cresce rapidamente e tende a penetrare subito in profondità. appare come un nodulo a forma di cupola, di colore blu scuro, ma può essere anche rosso o rosa, e non sempre nasce da un neo preesistente. Proprio per la sua velocità di progressione, spesso viene diagnosticato quando è già in fase avanzata.
Colpisce soprattutto le persone anziane e si sviluppa in aree del corpo cronicamente esposte al sole, come il volto, le orecchie e le braccia. La sua evoluzione è molto lenta: possono volerci anni prima che diventi invasivo. Si presenta come una macchia ampia e piatta, dal colore olivastro o bruno, con sfumature variabili. Proprio per la sua natura sottile e progressiva, può essere difficile distinguerlo da una semplice macchia solare. Solo il 5% di tutti i melanomi sono di questo tipo.
E' molto raro ma altrettanto insidioso perché spesso viene scoperto tardi. Colpisce le estremità: palmi delle mani, piante dei piedi o sotto le unghie. Può apparire come una striscia scura sotto un’unghia o come una macchia simile a un livido, e proprio per questo viene spesso sottovalutato o confuso con un trauma. È la forma più comune di melanoma nelle persone con pelle scura, ma può colpire chiunque, indipendentemente dal fototipo.
Non tutti i nei sono pericolosi. La maggior parte delle persone ha nei completamente innocui, che restano tali per tutta la vita. Tuttavia, alcuni melanomi maligni possono svilupparsi partendo proprio da nei preesistenti. Questo succede quando le cellule che producono melanina subiscono mutazioni e diventano aggressive, formando così un melanoma.
Al contrario, molti melanomi non nascono da nei esistenti ma appaiono direttamente sulla pelle sana, quindi non sempre la presenza di molti nei aumenta automaticamente il rischio di melanoma maligno, ma può richiedere un'attenzione maggiore.
Il principale campanello d'allarme è un cambiamento nell'aspetto di un neo o la comparsa di una nuova macchia sulla pelle. Per facilitare l'identificazione di lesioni sospette, il metodo più semplice è quello noto, in tutto il mondo, come regola dell’ABCDE:
A – Asimmetria: una metà del neo non corrisponde all'altra.
B – Bordi: irregolari, frastagliati o mal definiti.
C – Colore: variazioni di colore all'interno della stessa lesione (marrone, nero, rosso, blu o bianco).
D – Diametro: superiore a 6 mm, anche se i melanomi possono essere più piccoli.
E – Evoluzione: cambiamenti nel tempo in dimensione, forma, colore o sintomi come prurito o sanguinamento.
Se un neo cambia in uno di questi aspetti è meglio non temporeggiare ma recarsi da uno specialista. Oltre a questi, altri sintomi che possono indicare la presenza di un melanoma includono:
Il trattamento del melanoma e dei tumori cutanei dipende principalmente dal tipo e dallo stadio del tumore, ma anche dalla sede in cui si manifesta e dalle condizioni generali del paziente. Queste alcune delle principali alternative possibili:
Il primo approccio terapeutico è solitamente la chirurgia, fondamentale per l’asportazione della lesione e per ottenere una diagnosi istologica definitiva. La maggior parte dei melanomi viene trattata chirurgicamente, asportando il neo maligno insieme a una porzione circostante di tessuto sano, determinata dall’estensione della lesione. L'intervento, generalmente rapido, si svolge in anestesia locale e comporta un leggero dolore e la presenza di una cicatrice per alcuni giorni. Nei casi più avanzati, l'intervento può estendersi ai linfonodi sentinella o a metastasi presenti in altri organi. Quando l’intervento coinvolge aree delicate come viso, labbra o naso, la chirurgia plastica consente di riparare i tessuti garantendo funzionalità ed estetica. Se il melanoma viene individuato ai primi stadi, si può guarire con la sola asportazione chirurgica.
È la strategia di cura che meglio ha impattato sulla sopravvivenza nel melanoma metastatico.
Basata su anticorpi monoclonali, l’immunoterapia stimola il sistema immunitario del paziente a reagire nei confronti delle cellule tumorali. Ad esempio, combinazioni di farmaci immunoterapici, come gli anti PD-1 in associazione o meno ad altri farmaci quali gli anti CTLA4 o anti LAG-3, hanno migliorato drasticamente le aspettative di vita nel melanoma metastatico, trasformandolo in alcuni casi da malattia incurabile a cronica oppure guarita, anche in fase metastatica. L’immunoterapia viene utilizzata anche a scopo preventivo, dopo l’intervento chirurgico, nei casi di melanoma in stadio III con interessamento dei linfonodi.
La terapia target utilizza farmaci mirati, progettati sulla base delle specifiche mutazioni molecolari del tumore, fondamentalmente la mutazione BRAFV600. È generalmente molto efficace e ben tollerata, anche se può presentare il limite di eventuali recidive a distanza di tempo. Anch'essa può essere impiegata in modalità adiuvante (post-chirurgia).
Quando la chirurgia non è praticabile, la radioterapia rappresenta un'alternativa efficace per il trattamento dei tumori cutanei non-melanomatosi, come i carcinomi basocellulari o spinocellulari. Nel melanoma, invece, questa terapia è principalmente indicata per trattare metastasi cerebrali o ossee, utilizzando tecnologie innovative come la radioterapia stereotassica o la radiochirurgia. Queste tecniche permettono di somministrare dosi elevate e mirate di radiazioni, in poche sedute (trattamento ipofrazionato o stereotassico) o addirittura in una singola sessione, particolarmente efficaci per lesioni secondarie di dimensioni contenute e localizzate in zone anatomiche specifiche.
Il melanoma colpisce in modo diverso uomini e donne. Secondo uno dei rapporti annuali più autorevoli e citati al mondo sulle statistiche globali e statunitensi del cancro “Cancer Statistics, 2025” in generale sono gli uomini ad essere più colpiti. Fino ai 50 anni, le donne possono avere un’incidenza leggermente superiore o simile agli uomini, ma dopo i 50 anni i tassi nei maschi aumentano molto più rapidamente.
Cambiano anche le parti del corpo maggiormente interessate. Secondo un recente studio australiano pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Investigative Dermatology, mentre nelle donne il melanoma compare soprattutto su braccia, gambe e fianchi, negli uomini si manifesta più spesso sul tronco (torace, addome, spalle e schiena) e nell'area testa e collo. In entrambi i sessi con l'avanzare dell'età la zona del viso e del collo diventa maggiormente coinvolta.
Anche se più raro, il melanoma può colpire bambini e adolescenti, manifestandosi già prima dei 18 anni. Il melanoma pediatrico rappresenta una forma oncologica ancora poco esplorata, che interessa una fascia fragile e in crescita della popolazione. Attualmente, la mancanza di linee guida cliniche dedicate e di protocolli diagnostici specifici rende difficile riconoscerlo tempestivamente, portando spesso a diagnosi tardive e a percorsi terapeutici non sempre adeguati.
Al fine di colmare questa importante lacuna nasce MELCAYA, un progetto europeo ambizioso e multidisciplinare, che mira a fare luce sul melanoma pediatrico. L’obiettivo? Migliorarne prevenzione, diagnosi precoce e prognosi, indagando i fattori di rischio ambientali, genetici e biologici. Il progetto riunisce esperti da 10 paesi e da ambiti diversi – oncologi, pediatri, eticisti, ricercatori in salute pubblica – provenienti da università, ospedali, PMI e associazioni di pazienti: una vera alleanza europea al servizio dei più giovani.
Il melanoma, pur essendo una delle forme più aggressive di tumore della pelle, è anche tra le più curabili se individuato precocemente. Se riconosciuto in ritardo, al contrario, può essere letale.
Per questo motivo è importante sottoporsi a controlli regolari e non trascurare i possibili segnali d’allarme.
La prevenzione del melanoma si basa su comportamenti per limitare l'esposizione ai raggi ultravioletti e sulla diagnosi precoce attraverso controlli periodici della cute. L'obiettivo è ridurre il rischio di sviluppare questo tipo di tumore della pelle.
Protezione solare:
Alimentazione:
Auto-esame della pelle:
Controlli dermatologici periodici:
Il melanoma cutaneo presenta una prognosi che dipende in modo decisivo dallo stadio in cui viene scoperto: riconoscerlo nelle sue fasi iniziali può significare salvare una vita.
Secondo i dati dell’American Cancer Society (2023):
I numeri relativi ai casi di melanoma sono in aumento in tutto il mondo. Secondo le stime più recenti pubblicate nel 2024 dal Global Cancer Observatory (GCO) dell'International Agency for Research on Cancer (IARC), nel 2022 sono circa 331.722 i nuovi casi di melanoma cutaneo - la forma più comune di melanoma - a livello mondiale, 58.667 invece i decessi attribuiti a questa malattia.
Il melanoma cutaneo è il terzo tumore più diffuso in Italia in entrambi i sessi prima dei 50 anni. Negli ultimi 10 anni, l'incidenza è aumentata del 17%, passando dai circa 11.000 nuovi casi del 2014 ai quasi 13.000 del 2024, con una prevalenza maggiore tra gli uomini (poco più di 7.200) rispetto alle donne (quasi 5.900), si legge nel rapporto “ I numeri del cancro in Italia 2024”.
Marianna Monte | Giornalista