Si conoscono le cause della sindrome della morte in culla? C’è un legame con i vaccini? Risponde Antonio Clavenna, ricercatore dell’Istituto Mario Negri.
La sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), più comunemente nota come “morte in culla”, è un evento raro ma molto drammatico che colpisce bambini apparentemente sani durante il sonno, nei primi mesi di vita. È la prima causa di morte tra i neonati dopo le malformazioni congenite, con il rischio più alto tra il secondo e il quarto mese.
Ma che cosa provoca la SIDS? Si può prevenire? C’è un collegamento con i vaccini?
Lo abbiamo chiesto ad Antonio Clavenna, ricercatore presso il Laboratorio di Epidemiologia dell'età evolutiva dell’Istituto Mario Negri.
La SIDS, acronimo che deriva dall'inglese Sudden Infant Death Syndrome, identifica quella che è comunemente conosciuta come "morte in culla", ovvero la morte improvvisa e inaspettata nel primo anno di vita di un lattante apparentemente sano, che rimane senza spiegazione anche dopo l'esecuzione dell'autopsia. Si tratta di un evento molto drammatico per i famigliari dei neonati: la morte si verifica rapidamente, durante il sonno, sia di giorno sia di notte, senza segni di sofferenza.
La SIDS, nei paesi industrializzati, colpisce circa un bambino ogni 2000 nati vivi; in Italia questo equivale a circa 200 bambini l'anno morti per SIDS.
Questa sindrome è più frequente nei maschi; si manifesta nel primo anno di vita e il periodo maggiormente a rischio è tra il 2° ed il 4° mese di vita.
Purtroppo, la causa della SIDS non è a oggi nota: si ipotizza che alcuni neonati abbiano, per motivi genetici, delle alterazioni nei meccanismi che controllano il battito del cuore e la respirazione durante il sonno.
La diagnosi viene posta utilizzando criteri di esclusione, eliminando, cioè, nella valutazione tutte le altre possibili cause di morte.
Nonostante le cause non siano conosciute, sono stati identificati alcuni fattori che aumentano il rischio di SIDS. Quelli con prove scientifiche maggiormente consolidate sono:
La nascita pretermine, dormire su una superficie soffice, condividere il letto con i genitori durante il sonno, la presenza di infezioni respiratorie sono altri fattori associati a un rischio aumentato di SIDS.
Gli studi epidemiologici hanno documentato che alcune regole comportamentali possono ridurre il rischio di SIDS.
In particolare, si raccomanda di:
Secondo alcuni studi, anche l’uso del succhiotto potrebbe contribuire a ridurre il rischio. In ogni caso è opportuno introdurre l’uso del succhiotto dopo il primo mese di vita e non forzare il bambino nel caso lo rifiuti.
Il periodo a maggior rischio di SIDS è tra i 2 e i 4 mesi, lo stesso periodo durante il quale sono somministrati i primi vaccini dell’infanzia. La segnalazione di casi di SIDS nei giorni successivi alla somministrazione di un vaccino (per esempio il trivalente difterite-tetano-pertosse o la vaccinazione esavalente) ha portato in passato alcuni ricercatori a ipotizzare una possibile associazione tra le vaccinazioni e la SIDS, un’ipotesi che periodicamente viene fatta circolare da persone scettiche, se non apertamente contrarie, nei confronti dei vaccini.
La correlazione temporale non è, però, di per sé la prova di un nesso di tipo causa effetto tra due eventi. In Italia il 95% dei neonati effettua la vaccinazione esavalente: purtroppo è, quindi, atteso che tra i 200 casi annuali di SIDS, 190 abbiano ricevuto questa vaccinazione e che in alcuni di questi casi la SIDS potrebbe essersi verificata nei giorni immediatamente successivi alla somministrazione del vaccino.
Numerosi studi epidemiologici condotti negli Stati Uniti e in Europa - tra cui uno studio italiano coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e pubblicato su PLOS One - non hanno osservato differenze significative nella frequenza di SIDS nei vaccinati e nei non vaccinati. Sulla base di questi studi l’associazione di tipo causale tra vaccini e SIDS risulta, pertanto, non provata. Al contrario, alcuni studi hanno osservato un rischio inferiore di SIDS nei neonati vaccinati. I dati a questo proposito non sono conclusivi, ma dal momento che alcuni casi di SIDS sono associati alla presenza di infezioni respiratorie è verosimile che i vaccini possano avere un effetto protettivo.
Antonio Clavenna | Laboratorio di Epidemiologia dell'età evolutiva