Data prima pubblicazione
November 20, 2024

Sigaretta elettronica: cos'è, come funziona, perché fa male

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La sigaretta elettronica rappresenta davvero un’alternativa più sicura alla sigaretta tradizionale? Aiuta a smettere di fumare? Le nuove sfide che le e-cig pongono al complesso rapporto tra desiderio, salute e dipendenza.

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L’ultima sigaretta”. Se lo ripete come un mantra, ogni giorno, il protagonista del romanzo di Italo Svevo “La coscienza di Zeno”, nel momento in cui fa scattare l’accendino. Ma l’ultimo tiro si rivela sempre un inganno della mente. Ogni volta che si propone di smettere, trova una scusa per accendersi un'altra sigaretta, rinviando continuamente il proposito di abbandonare il vizio.

Smettere di fumare è un viaggio nella propria volontà e nelle proprie debolezze. Come Zeno, ognuno di noi può trovarsi invischiato in un gioco sottile, dove ogni buona intenzione evapora al primo segnale di fragilità.

Spesso chi non riesce a sconfiggere la dipendenza si affida alla sigaretta elettronica. Sono milioni le persone nel mondo che per smettere di fumare provano a passare dalla classica sigaretta al “vaping”, spinte dalla convinzione che le e-cig non facciano male o che rappresentino un primo passo verso la rinuncia totale.

Secondo l’indagine DOXA del 2023, condotta dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, in Italia gli utilizzatori di sigarette elettroniche sono il 2,5% della popolazione. Dopo una tendenza che vedeva negli anni precedenti una diminuzione degli utilizzatori, questi ultimamente sembrano essere di nuovo in aumento (erano il 2,5% nel 2017, 2,1% nel 2018, 1,7% nel 2019 e 2,4% nel 2022). L’86% di chi usa la sigaretta elettronica è un fumatore duale (fuma sia sigarette tradizionali che elettroniche).

Ma la sigaretta elettronica è davvero innocua e aiuta a smettere di fumare?

No, anzi. Secondo la scienza è vero il contrario. Vediamo perché.

Che cos’è la sigaretta elettronica?

sigaretta elettronica viola

La sigaretta elettronica - chiamata anche svapo (da cui il verbo “svapare”) o e-cig - è un dispositivo progettato per inalare vapore che spesso contiene nicotina in dosi variabili.  Rispetto alla sigaretta tradizionale funziona senza combustione, eliminando così alcuni dei danni associati alle tipiche sostanze cancerogene del fumo. Questo non significa però che sia innocua.

La sigaretta elettronica è da non confondersi con la sigaretta a tabacco riscaldato, che è un ibrido tra sigaretta elettronica e sigaretta tradizionale, essendo costituita da un dispositivo elettrico che scalda tabacco (e non un liquido come nel caso della sigaretta elettronica) per generare nicotina.

Come nasce l’e-cig

La storia della sigaretta elettronica ha inizio nei primi anni 2000, quando il farmacista cinese Hon Lik, fumatore incallito, perde il padre a causa di un tumore ai polmoni. Scosso dalla tragedia e stanco di non riuscire a smettere, Hon si mette al lavoro per creare qualcosa di nuovo, un’alternativa che possa soddisfare i fumatori senza le devastanti conseguenze della combustione.

Nel 2003, dopo lunghe sperimentazioni, nasce il primo prototipo di sigaretta elettronica. A differenza delle sigarette classiche, questo dispositivo usa un liquido a base di nicotina che, attraverso una resistenza riscaldata, viene trasformato in vapore da inalare. Niente combustione, niente fumo: solo minuscole goccioline disperse nell’ aria e un’esperienza che somiglia a quella del fumare.

Le prime e-cig vengono messe in commercio in Cina poi, nel 2006, in Europa (in Italia dal 2010) e successivamente negli Stati Uniti.

Il successo è immediato e presto la sigaretta elettronica diventa un’alternativa per milioni di fumatori alla ricerca di un modo per ridurre i danni del fumo o di una via per smettere di fumare del tutto. Che sia innocua, soprattutto a quel tempo, quando le evidenze scientifiche erano ancora poche, è convinzione diffusa. Del resto “emette solo vapore acqueo. Come è possibile che il vapore acqueo faccia male?”, pensano in molti. Da lì in poi, l’industria del “vaping” esplode, con nuovi aromi, tecnologie sempre più sofisticate e un vasto pubblico di curiosi desiderosi di provare questo approccio innovativo.

Come funziona e da cosa e composta la sigaretta elettronica

tre sigarette elettroniche colorate

Partiamo dalle basi. Le sigarette elettroniche sono costituite essenzialmente da:

  1. Una batteria: La batteria è la fonte di energia del dispositivo e fornisce corrente alla resistenza per riscaldare il liquido. Se un tempo erano molto diffusi i modelli in cui era possibile regolare la potenza per personalizzare l’intensità dello svapo, adesso è più comune la sigaretta elettronica “usa e getta” (dette anche puff, disposable o sigarette monouso): il prodotto è già pronto all’uso e, quando esaurito, finisce nel cestino.
  2. Un serbatoio o cartuccia contente un liquido: Questo è il contenitore in cui si trova il liquidoda vaporizzare. In alcuni modelli (sempre più rari), la cartuccia può essere sostituita o ricaricata, questo non vale ovviamente nei modelli usa e getta.
  3. Una resistenza (o atomizzatore): La resistenza è una piccola componente metallica (spesso realizzata con leghe come nichel-cromo) che si riscalda grazie all’energia fornita dalla batteria. È in grado di riscaldare e trasformare il liquido in aerosol (una miscela di piccole goccioline). L’aerosol simula “il fumo” della sigaretta tradizionale.

In sostanza: la batteria attiva la resistenza, che riscalda il liquido contenuto nella cartuccia e lo trasforma nel vapore (o più correttamente aerosol) che viene inalato dall’utente.

Cosa contengono i liquidi della sigaretta elettronica?

Il liquido delle e-cigarette è costituito da una miscela di diverse sostanze. I principali componenti sono:

  • Glicole propilenico (PG) e glicerolo (conosciuto anche come glicerina vegetale): servono come basi del liquido e determinano la quantità di aerosol prodotto.
  • Aromi per dare sapore al liquido: possono essere naturali o artificiali e includono una grande varietà di gusti. Giusto per fare qualche esempio: mentolo per dare il gusto di menta, limonene per l’aroma di limone, vanillina per un sapore dolce e cremoso di vaniglia… migliaia di composti molti dei quali con conseguenze sulla salute ancora ignote.
  • Nicotina (opzionale): può essere presente in diverse concentrazioni (in Italia non può superare i 20 mg per millilitro), per dare una sensazione simile al fumo di sigaretta tradizionale. Anche se è possibile trovare sigarette elettroniche senza nicotina la grandissima maggioranza degli “svapatori” usa le e-cig con nicotina.

Sigaretta elettronica: gli effetti sulla salute

uomo con barba che fuma sigaretta elettronica

Le sigarette elettroniche fanno male alla salute? Le evidenze scientifiche più recenti sono abbastanza concordi su questo punto: sì, possono far male. Sul “come” e sul “quanto”, se “più o meno rispetto a quelle tradizionali”, dipende da una serie di fattori: le sostanze presenti nel liquido, la temperatura raggiunta dalla resistenza, il materiale della resistenza, la frequenza con cui le si usa, se in combinazione o meno con le sigarette classiche.

E, se buona parte delle 250 sostanze tossiche contenute nel fumo di sigaretta sono presenti in misura molto minore o assenti nelle sigarette elettroniche, il punto è che nel vapore delle e-cig ce ne sono altre, di molte delle quali non si conoscono ancora gli effetti. Un report finanziato dall’Unione Europea nel 2023 ha identificato 107 sostanze cancerogene (tra cui formaldeide e acetaldeide), 32 mutagene (capaci di alterare il DNA delle cellule) e 20 composti che possono compromettere la fertilità.

Andando ad analizzare le goccioline dell’aerosol, sono stati trovati metalli come nichel e cromo, associati a malattie del sistema nervoso e problemi respiratori. Il motivo? La resistenza è spesso formata da nichelcromo, una lega composta per l’appunto da nichel e cromo. "Quanto nichel e cromo sono presenti nelle goccioline? Quanto ne inaliamo?" Dipende. Dipende da quanto svapiamo, dalla temperatura raggiunta dalla resistenza, dal materiale della resistenza.

Molto complesso è anche il discorso degli aromi. La varietà di marchi disponibili sul mercato, che offre una quantità impressionante di liquidi, aromi e additivi sempre nuovi, complica lo studio sulla tossicità di questi prodotti.  Bisognerebbe indagarli uno ad uno per determinarne la potenziale pericolosità per la salute umana.

Per farlo servono studi molto lunghi e approfonditi. È una delle ragioni per cui non possiamo ancora stabilire con esattezza quali siano gli effetti a lungo termine delle sigarette elettroniche. Su quelli a breve termine (e non solo) abbiamo però già parecchie ragionevoli certezze.

Effetti a breve termine

Bella ragazza che fuma sigaretta elettronica

Sono molti gli utilizzatori di sigarette elettroniche che lamentano effetti collaterali, in particolare a livello respiratorio come tosse, gola secca e irritazione del cavo orale. I dati di uno studio condotto in Italia confermano questa tendenza: su circa 400 “svapatori”, quasi la metà ha riportato almeno un effetto indesiderato. I dispositivi stessi possono poi diventare pericolosi: esplosioni e malfunzionamenti hanno causato ustioni e altri traumi fisici, rendendo lo svapo tutt’altro che privo di rischi.

Ci sono poi prove crescenti che collegano le sigarette elettroniche a malattie respiratorie e problemi polmonari.  

Gli studi ci dicono, ad esempio, che il vaping potrebbe aumentare il rischio di asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).

Negli Stati Uniti, un additivo usato nei liquidi delle e-cig ha causato un’epidemia di gravi infezioni polmonari (EVALI), con migliaia di ricoveri e 68 morti confermate nel 2019-2020. Questo dimostra come singole sostanze contenute nelle e-cigarette possano avere effetti anche molto gravi.

Ma non è tutto. Studi recenti dimostrano che le e-cigarette hanno effetti immediati sulla salute cardiovascolare, aumentando frequenza cardiaca e pressione sanguigna.

Sempre sul tema e-cig e salute del cuore: una ricerca presentata all'American College of Cardiology nell'aprile 2024 ha analizzato i dati di 175.000 adulti negli Stati Uniti, rivelando che chi svapa ha il 19% di probabilità in più di sviluppare insufficienza cardiaca rispetto ai non utilizzatori. E il “vaping” quotidiano è stato associato a un rischio maggiore di infarto miocardico.

Attenzione all’uso combinato di e-cig e sigarette classiche, senza dubbio l’uso più frequente tra gli svapatori in Italia: sembra aumentare i rischi di malattie respiratorie e cardiovascolari fino al 40% rispetto a chi consuma solo sigarette tradizionali.

Last but not least, sono da considerarsi i ben noti effetti collaterali della nicotina. Su Nature Medicine si legge che svapando “la nicotina si distribuisce nei polmoni in modo simile a quello delle sigarette tradizionali”.

Questa sostanza, oltre a creare dipendenza così come accade con le "normali" sigarette, può favorire diabete, ipertensione, ansia, insonnia, irritabilità, influire sullo sviluppo del feto nelle donne in gravidanza e sullo sviluppo del cervello degli adolescenti.

Effetti a lungo termine: la sigaretta elettronica fa venire il cancro?

Ragazza con cappellino e sigaretta elettronica con vapore

Sappiamo ancora poco sugli effetti a lungo termine delle sigarette elettroniche. Difficile stabilire, ad esempio, quale sia l’effetto di questi nuovi prodotti sull’incidenza dei tumori, per i quali il periodo di latenza – il tempo intercorrente tra l’esposizione e l’incidenza del tumore - nell’uomo può arrivare anche a 20-30 anni (le sigarette elettroniche sono sul mercato “solo” da due decenni).

Le poche ricerche disponibili, tuttavia, non promettono bene.

Un importante studio ha confrontato le modifiche epigenetiche (modificazioni ereditabili che non alterano la sequenza del DNA ma l'espressione dei geni) che predispongono alla formazione di tumori in tre gruppi:

  1. Non fumatori
  2. Fumatori esclusivi di sigarette tradizionali
  3. Consumatori esclusivi di sigarette elettroniche che non avevano mai fumato sigarette tradizionali

Risultato? Le stesse modifiche epigenetiche presenti nei fumatori, sono state osservate anche negli utilizzatori di sigarette elettroniche. Ne risulta che le sigarette elettroniche possono predisporre all’insorgenza dei tumori tanto quanto le sigarette tradizionali.

Uno studio recentissimo (luglio 2024) condotto negli Stati Uniti su quasi 5.000 casi di tumore del polmone ha dimostrato inoltre che i fumatori duali rischiano di ammalarsi di cancro ai polmoni quattro volte di più rispetto a chi consuma solo sigarette a combustione.

La sigaretta elettronica non aiuta a smettere di fumare

In una guida pubblicata a gennaio 2024 l'OMS (Organizzazione Mondiale della sanità) è chiara e netta: le sigarette elettroniche «non si sono dimostrate efficaci come strategia per smettere di fumare».

Uno studio prospettico italiano coordinato dal Laboratorio di Ricerca sugli Stili di Vita dell’Istituto Mario Negri ha dimostrato che le sigarette elettroniche e i prodotti a tabacco riscaldato non aiutano i fumatori a smettere di fumare. Al contrario, chi ha smesso con la sigaretta tradizionale per passare a quella elettronica, ha un rischio 3 o 4 volte superiore di ricadere nella dipendenza. Le sigarette elettroniche, inoltre, rappresentano spesso una sorta di “ponte” verso quelle tradizionali, una via di “iniziazione al fumo”: chi non ha mai fumato ma comincia a fare uso delle e-cig ha un rischio tra le 6 e le 9 volte superiore di diventare dipendente dal fumo rispetto a chi non fa uso di e-cig. E chi svapa e fuma allo stesso tempo ha meno probabilità di smettere di fumare rispetto a chi fuma soltanto sigarette tradizionali.

La ricerca, unica in Europa e condotta su oltre 3.000 cittadini italiani seguiti per un periodo di sette mesi, ha confermato che l’uso di sigarette elettroniche non è efficace nel ridurre il numero di fumatori. Può rappresentare anzi una minaccia per la salute pubblica, soprattutto per i più giovani.

Se la sigaretta elettronica strizza l’occhio ai ragazzini…

Sigarette elettroniche colorate

Colori vivaci, personaggi dei cartoons, scritte pop, aromi invitanti come pizza, patatine fritte, banana, burro, cannella … E-cig simili a blister di caramelle.

È chiaro ormai da tempo che il marketing delle e-cigarette ammicca ai giovani (e giovanissimi): «Le sigarette elettroniche si rivolgono ai bambini attraverso i social media e gli influencer, con oltre 16.000 gusti e un design seducente che attrae le giovani generazioni. Si registra un allarmante aumento dell’uso di questi prodotti tra i giovani, con tassi di utilizzo maggiori rispetto a quelli degli adulti in molti paesi», denuncia l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

Tra questi paesi spicca l’Italia: nonostante viga un divieto di vendita di sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato ai minori di 18 anni, nel nostro paese c’è una vera e propria “emergenza adolescenti”. I dati del “Global Youth Tobacco Survey” (GYTS), un sistema di sorveglianza condotto su adolescenti di età compresa tra 13 e 15 anni in 75 paesi nel mondo, rivela che nel 2019 l’Italia si è posizionata al primo posto mondiale per numero di adolescenti tra i 13 e i 15 anni che hanno provato le sigarette elettroniche almeno una volta (sono più della metà, il 55%).

E, come abbiamo visto, dalla e-cig alla sigaretta tradizionale il passo è breve (non a caso l’Italia ha anche un altro primato: è il paese europeo con la più alta prevalenza di sedicenni fumatori di sigarette tradizionali).

Marianna Monte | Giornalista

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