ultimo aggiornamento:
29/3/2023
June 20, 2022

Sindrome di Rett: cause, sintomi e diagnosi

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  • Che cosa è la sindrome di Rett?
  • Quali sono le cause della sindrome di Rett?
  • Quali sono i sintomi della sindrome di Rett?
  • Come si diagnostica la sindrome di Rett?
  • Come si cura la sindrome di Rett?
  • Qual è la prognosi della sindrome di Rett?
  • Esistono associazioni che supportano i pazienti con Sindrome di Rett e i loro famigliari?
  • Qual è l’impegno del Mario Negri nella ricerca sulla Sindrome di Rett?

Che cosa è la sindrome di Rett?

La sindrome di Rett è una malattia genetica rara che interessa lo sviluppo neurologico. I suoi primi segni si possono manifestare dopo i 6 mesi d’età, soprattutto nelle bambine, nelle prime fasi di crescita e di sviluppo. Man mano che la malattia progredisce iniziano a presentarsi problemi con i movimenti e la coordinazione, tanto influenzare anche la capacità di camminare o muovere le mani, problemi con la comunicazione. Le bambine affette da questa patologia, infatti, vengono chiamate "bambine dagli occhi belli", data la loro spiccata capacità di comunicare con lo sguardo.

L’incidenza della Sindrome di Rett è pari a 1 caso ogni 10.000 nati e rappresenta la seconda causa di ritardo cognitivo nel genere femminile. Spesso capita che venga confusa con l’autismo o con un generico ritardo dello sviluppo.

Quali sono le cause della sindrome di Rett?

La sindrome di Rett è causata da una mutazione all’interno della sequenza di un gene sul cromosoma X (Xq28), chiamato Metil CpG binding protein 2 - MECP2. Il prodotto di questo gene è una proteina che si lega al DNA, importante per lo sviluppo cerebrale: essa, infatti, è responsabile dell’aumento o dello spegnimento di altri geni, a loro volta responsabili della produzione di altre proteine. I portatori di questa mutazione producono dunque una proteina difettosa che determina, a cascata, un’espressione anomala di altri geni.

La singola mutazione nel gene MECP2 è la causa più diffusa della Sindrome di Rett ma non è l’unica. La patologia può essere provocata anche da delezioni parziali del gene, da mutazioni in altri geni come ad esempio CDKL5 e FOXG1, oppure da mutazioni in altri geni non ancora identificati.

La mutazione nel gene MECP2 fortunatamente è ereditaria solo in pochi casi. La malattia spesso nasce da un evento mutazionale spontaneo e dovuto al caso.

Quali sono i sintomi della sindrome di Rett?

I bambini affetti dalla sindrome di Rett generalmente iniziano a mostrare i primi segni della malattia dopo i 6 mesi, manifestando veri e propri cambiamenti intorno ai 12-18 mesi di età.

In ogni caso, l'età d'esordio, il decorso clinico e la gravità dei sintomi sono diversi da bambino a bambino.

I pazienti maschi sono a rischio di sviluppare una malattia più severa, in quanto portatori di un solo cromosoma sessuale X. In queste condizioni, nella maggior parte dei casi la morte sopraggiunge ancor prima della nascita o nel primo periodo dell'infanzia.

I sintomi dalla sindrome di Rett sono:

  • circonferenza cranica ridotta con conseguente ritardo nello sviluppo del cervello, dopo la nascita;
  • rallentamento nello sviluppo di altre parti del corpo;
  • mancanza di coordinazione e incapacità di eseguire movimenti normali;
  • controllo delle mani ridotto e difficoltà di gattonare o di camminare normalmente;  
  • difficoltà di comunicazione;
  • disinteressamento verso gli altri, verso i giocattoli ed il loro ambiente circostante;
  • strani movimenti delle mani, come torsioni, strofinamenti e strette;
  • strani movimenti degli occhi, come necessità di sbattere spesso le palpebre o di chiudere un occhio soltanto.
  • improvvisa peggioramento del linguaggio;   
  • problemi di respirazione da svegli, come apnea e iperventilazione;
  • problemi gastrointestinali;
  • irritabilità, caratterizzata da improvvisi pianti o urla che possono durare anche per ore;
  • comportamenti anomali come leccarsi le mani o tirarsi i capelli;
  • attacchi epilettici;
  • battito cardiaco irregolare;
  • costipazione;
  • scoliosi.

Tutti questi sintomi sono generalmente caratteristici di quattro diversi stadi:

  1. stadio 1, tra i 6 e i 18 mesi, caratterizzato da un ritardo dello sviluppo;
  2. stadio 2, tra 1 anno e 4 anni, caratterizzato dalla perdita del controllo delle mani;
  3. stadio 3, tra i 2 anni e i 10 anni, caratterizzato per lo più deficit motori;
  4. stadio 4, che può durare per anni o decenni, caratterizzato da un decadimento generale sia a livello fisico che a livello comportamentale.

Come si diagnostica la sindrome di Rett?

La Sindrome di Rett viene diagnosticata sia attraverso valutazioni dello stato fisico e neurologico del bambino sia attraverso test genetici volti a cercare eventuali mutazioni.

Le prime sono valutazioni fatte dal medico e comprendono esame della crescita del bambino e del suo sviluppo e indagini sulla sua storia medica e familiare. Inoltre, al fine di arrivare ad una diagnosi unica e certa, si esegue anche una diagnosi differenziale, cioè si effettuano test capaci di verificare altre eventuali condizioni che possono causare sintomi in comune con altre malattie, come ad altri disordini genetici, autismo, problemi di vista o udito, epilessia o danni cerebrali prenatali.

Il test del DNA, invece, servirà a confermare la malattia.

Come si cura la sindrome di Rett?

Oggi purtroppo non esiste una vera e propria cura per la Sindrome di Rett, ma solo trattamenti che servono a gestire meglio i sintomi. Le figure di riferimento sono specialisti multidisciplinari, dal pediatra, al neurologo infantile fino al fisioterapista.

Si cerca di intervenire sul miglioramento dei movimenti e della comunicazione, attraverso un costante supporto medico, un esercizio psicomotorio e attraverso sedute di logopedia.

Si interviene farmacologicamente, invece, per cercare di controllare altri sintomi, come gli attacchi epilettici e la rigidità muscolare. Talvolta è necessario supportare il paziente anche dal punto di vista nutrizionale.

Qual è la prognosi della sindrome di Rett?

La prognosi dei pazienti affetti da sindrome di Rett è molto variabile. In generale, grazie al supporto di una squadra medica completa, i bambini sopravvivono fino alla piena età adulta. La gestione dei vari sintomi, come ad esempio un controllo efficace delle crisi convulsive, il mantenimento dell’abilità deambulatoria e una giusta nutrizione, migliora sensibilmente l’aspettativa e la qualità di vita delle persone con questa patologia.

Esistono associazioni che supportano i pazienti con Sindrome di Rett e i loro famigliari?

Tra le associazioni che supportano i bambini affetti dalla Sindrome di Rett e i loro care-giver ritroviamo:

  • AIRETT - Associazione Italiana Rett, il cui obiettivo è da un lato supportare la ricerca scientifica nel campo genetico, per arrivare quanto prima ad una cura, dall'altro supportare la ricerca clinica, per migliorare la qualità di vita delle persone affette da questa patologia. AIRETT è nata nel 1990 per volere di alcuni genitori che si sono ritrovati a condividere la stessa realtà della malattia. Si prefigge di essere costantemente aggiornata sulla ricerca anche a livello internazionale, come membro della RSE (Rett Syndrome Europe);
  • ConRett Onlus, fondata da genitori con figlie affette da Sindrome di Rett, i quali hanno deciso di condividere tutte le informazioni circa i centri di riferimento ospedalieri regionali, di dare assistenza materiale e morale a pazienti e famiglie e di aiutare terapisti e professionisti nella formazione e nell'individuazione di terapie specifiche; inoltre si occupano di migliorare l’interesse per la Sindrome di Rett e malattie simili, organizzando eventi.
  • PRO-RETT ricerca, altra associazione fondata da famigliari di bambini con questa patologia nata soprattutto con l'obiettivo di sostenere e finanziare la ricerca scientifica nazionale e internazionale sulla sindrome di Rett.
  • UNIRETT - Unione Italiana Rett, fondata dai care-giver di questi pazienti allo scopo di unirsi per affrontare le quotidiane problematiche sanitarie, educative e sociali che la Sindrome di Rett comporta.

Qual è l’impegno del Mario Negri nella ricerca sulla Sindrome di Rett?

Dal momento che mancano ad oggi cure efficaci di rallentare o di arrestare il decorso di questa malattia, il Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative sta studiando nuove strategie terapeutiche per cercare di bloccare la progressione della patologia e per carcare di migliorare la qualità e l’aspettativa di vita delle pazienti e delle loro famiglie. I ricercatori si stanno occupando di individuare farmaci in grado di contrastare la neurodegenerazione e la disfunzione sinaptica. Infatti, il cervello delle persone affette da Sindrome di Rett è caratterizzato da un minor peso, da uno scorretto funzionamento delle sinapsi, responsabili dei punti di contatto e di scambio di informazioni tra i neuroni, e da uno squilibrio del numero di neuroni eccitatori e neuroni inibitori.

Inoltre, utilizzando modelli preclinici che mimano la Sindrome di Rett in laboratorio, i ricercatori hanno scoperto che attraverso l’inibizione di JNK, una proteina coinvolta nella risposta agli stress, nella disfunzione sinaptica e nella morte neuronale di diverse malattie del sistema nervoso, è possibile promuovere la neuroprotezione.
L’inibizione di JNK è ottenuta tramite un piccolo composto chimico, chiamato peptide D-JNKI1.  La sua somministrazione nei modelli di malattia, ottenuti da cellule di pazienti, produce un netto miglioramento delle capacità motorie e cognitive e previene la morte neuronale indotta, dimostrando per la prima volta nell’uomo il ruolo chiave di JNK nella patogenesi della sindrome di Rett.

Questi risultati indicano come l’inibizione di JNK può rappresentare una strategia terapeutica in grado di migliorare la sintomatologia non solo della sindrome di Rett ma anche di altre patologie, come le malattie neurodegenerative, caratterizzate da disfunzione delle sinapsi.

Poi, l'utilizzo di farmaci già approvati per nuove indicazioni terapeutiche (drug repurposing) è la strategia che sta impegnando da alcuni anni il Laboratorio di Neurochimica e Comportamento nello sviluppo di nuove terapie per la sindrome di Rett. Il vantaggio di questa strategia è che si conoscono già profilo di sicurezza e tollerabilità dei farmaci così come i percorsi e le trasformazioni che subiscono quando somministrati ai pazienti, avendo poi a disposizione casistiche molto ampie relative al loro impiego. Inoltre, l'approvazione della nuova indicazione terapeutica richiede costi più bassi rispetto allo sviluppo di una molecola nuova. Dunque, utilizzando un modello sperimentale, i ricercatori hanno scoperto che la fluoxetina, noto farmaco antidepressivo, riduce il deficit motorio e compensa la carenza della proteina MeCP2  cerebrale.

Fonti:

Sindrome di Rett

Sindrome di Rett

Rett syndrome: a neurological disorder with metabolic components.

Rett Syndrome: A Genetic Update and Clinical Review Focusing on Comorbidities

Rett Syndrome. A Review with Emphasis on Clinical Characteristics and Intervention

Raffaella Gatta - Content manager

Tiziana Borsello - Unità di morte neuronale e neuroprotezione - Laboratorio di Biologia delle Malattie Neurodegenerative - Dipartimento di Neuroscienze

Claudia Villani - Laboratorio di Neurochimica e Comportamento - Dipartimento di Neuroscienze

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