ultimo aggiornamento:
May 17, 2024

Vaiolo delle scimmie (mpox): cos'è e come si diffonde

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Una ceppo pericoloso del virus del vaiolo delle scimmie (mpox), infezione zoonotica della stessa famiglia del vaiolo, ha acquisito la capacità di diffondersi per via sessuale. Tutto quello che c'è da sapere su questa malattia infettiva virale.

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Il virus del vaiolo delle scimmie (mpox, precedentemente denominato monkeypox) continua a mutare. Un ceppo molto aggressivo dell’agente patogeno, la variante Clade I, ha acquisito infatti un’elevata capacità di trasmettersi da uomo a uomo attraverso i rapporti sessuali.

Finora Clade I era rimasto (quasi) silente, causando solo piccoli focolai in Africa centrale e, prima dell’anno scorso, non erano state segnalate infezioni trasmesse per via sessuale. A partire dalla fine del 2023, si legge su Nature, un focolaio atipico è stato identificato in una regione martoriata dai conflitti della Repubblica Democratica del Congo. Secondo uno degli ultimi rapporti resi pubblici, sarebbero circa 240 le infezioni sospette e 108 quelle confermate.  Ma probabilmente il numero reale è molto più alto, perché nel paese non esistono strutture per il tracciamento e le analisi sistematiche per poter stimare con precisione l’attuale diffusione del virus.

Questo cluster di infezioni preoccupa i ricercatori perché quasi il 30% dei contagiati è avvenuto per via sessuale, suggerendo che il virus si sia adattato per trasmettersi più facilmente attraverso questa via di trasmissione. Ciò potrebbe portare a una diffusione molto rapida oltreconfine “anche perché - ha sottolineato Nicaise Ndembi, virologa presso i Centri Africani per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie – la Repubblica Democratica del Congo è circondata da altri 9 Paesi”.

La preoccupazione sorge perché già a partire dal 13 maggio 2022 si era assistito ad una epidemia di vaiolo delle scimmie in paesi non endemici, con molti focolai osservati in Europa e negli Stati Uniti. In qual caso, si trattava di un ceppo di mpox chiamato Clade II che era originato presumibilmente da ceppo circolante nell’Africa occidentale e che si ritiene abbia scatenato l’epidemia globale. A differenza della precedente variante, il nuovo ceppo Clade I ha una mortalità molto maggiore - circa il 10% delle persone infette non sopravvive all’infezione - ed è quindi più letale.

Che cos’è l’mpox (vaiolo delle scimmie)

È una malattia infettiva virale causata dal Monkeypox, virus appartenente alla famiglia degli Orthopoxvirus, la stessa del vaiolo umano (Variola), eradicato dall’OMS nel 1980 grazie a campagne di vaccinazione di massa. Si differenzia però da quest’ultimo per la minore gravità e pericolosità.

L’mpox è una zoonosi, ovvero una malattia trasmessa dagli animali all’uomo. Il nome originale, “vaiolo delle scimmie”, deriva dal fatto che il virus è stato identificato per la prima volta nelle scimmie di un laboratorio danese nel 1958. Il serbatoio animale del Monkeypox virus è ancora sconosciuto, anche se si pensa che si trovi tra i piccoli roditori, soprattutto scoiattoli, ratti e topi.

Il vaiolo delle scimmie è endemico - cioè stabilmente presente nella popolazione – negli Stati della foresta pluviale tropicale dell’Africa centrale e occidentale: Benin, Camerun, Repubblica Centro Africana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Gana, Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone, e Sud Sudan.

Ecco alcune tappe cruciali nella diffusione del virus:

  • Il primo caso nell’uomo risale al 1970 nella Repubblica Democratica del Congo.
  • Nel 2003 negli Stati Uniti si verifica per la prima volta un focolaio in aree non endemiche: il Monkeypox virus viene trasmesso a più di 70 persone a causa dell’importazione di roditori provenienti dal Ghana utilizzati come animali di compagnia.
  • La prima epidemia nota avviene nel 2017, in Nigeria, con oltre 500 casi sospetti e 200 accertati.
  • Nei primi mesi del 2022 sono stati segnalati molti focolai del vaiolo delle scimmie in diversi paesi non endemici, quali Europa e Stati Uniti. Il 23 luglio 2022, l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara un’emergenza di salute pubblica internazionale (PHEIC – Public Emergency of International Concern) per la diffusione di un ceppo chiamato Clade II, responsabile di oltre 94.000 infezioni in più di 100 paesi, e più di 180 decessi.
  • Il 28 novembre 2022 l'Organizzazione Mondiale della Sanità, a seguito di una serie di consultazioni con esperti globali, decide di dare il nuovo nome “Mpox” al vaiolo delle scimmie, in sostituzione del precedente nome “monkeypox”. Questo perché le sfumature razziste e lo stigma associati da alcuni alla nomenclatura precedente possono ostacolare gli sforzi futuri di contenimento della malattia.
  • Nei mesi successivi la diffusione diminuisce significativamente e l’11 maggio 2023, l’Organizzazione mondiale della sanità dichiara la fine dell’emergenza sanitaria globale
  • Resta però un’elevata diffusione di mpox nella Repubblica Democratica del Congo, dove nel solo 2023 sono stati registrati oltre 14.600 casi sospetti e 650 decessi.
  • Nel 2024, la versione mutata clade I diventa prevalente in Congo.

I sintomi

I sintomi del vaiolo delle scimmie sono molto simili a quelli del vaiolo umano. Dopo il periodo di incubazione, che varia dai 5 ai 21 giorni, nell’uomo si presenta con:

  • febbre
  • dolori muscolari
  • cefalea
  • rigonfiamento dei linfonodi
  • spossatezza
  • manifestazioni cutanee: vescicole, pustole, piccole croste che compaiono, soprattutto sul viso, e poi cadono

La malattia, nella maggior parte dei casi, si risolve spontaneamente in 2-4 settimane stando a riposo e senza terapie specifiche. Possono essere consigliati al paziente antidolorifici o antipiretici per lenire la sintomatologia dell’infezione. Tuttavia può manifestarsi in forma più grave ed essere letale soprattutto in gruppi di popolazione particolarmente fragili come bambini, donne in gravidanza, persone immunodepresse.  Le complicanze del vaiolo delle scimmie possono includere:

  • infezioni secondarie
  • broncopolmonite
  • sepsi
  • encefalite
  • infezione della cornea con conseguente perdita della vista.

Come si trasmette

Animale-Uomo: nelle aree endemiche mpox viene trasmesso all’uomo attraverso un morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee di un animale infetto.

Uomo-Uomo: si trasmette tra gli esseri umani principalmente tramite il contatto con lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti, biancheria da bagno…), attraverso rapporti sessuali o attraverso goccioline respiratorie (droplets) in seguito a contatto prolungato faccia a faccia. La trasmissione può avvenire anche attraverso la placenta, dalla madre al feto.

Esiste un vaccino?

Il vaccino contro il virus del vaiolo umano (Variola) ha dimostrato di fornire protezione anche contro il vaiolo delle scimmie. In Italia, la vaccinazione obbligatoria contro il vaiolo è stata interrotta nel 1977 e abrogata nel 1981 poiché la vaccinazione ha permesso di eradicare la malattia a livello mondiale.

In seguito alla dichiarazione di emergenza di salute pubblica internazionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il 23 luglio 2022, la European Medicines Agency (EMA) ha autorizzato l'utilizzo di MVA-BN - prodotto dalla Bavarian Nordic con il nome commerciale IMVANEX - anche per la vaccinazione contro mpox. IMVANEX era già disponibile dal 2013 per la prevenzione del vaiolo. Questo è un vaccino di terza generazione che contiene una forma indebolita del virus vaccinico denominata “virus vaccinico Ankara modificato”, che è correlato al virus del vaiolo.

A partire dal 2022, la vaccinazione è stata reintrodotta esclusivamente per una serie di categorie a rischio. Come si legge in una circolare del Ministero della Salute datata 8 agosto 2022, le persone che possono usufruire della vaccinazione sono: soggetti che hanno avuto contatti non protetti con una persona infetta, persone esposte al virus in ambito professionale quale personale medico e di laboratorio, persone gay, transgender, bisessuali e altri uomini che hanno rapporti sessuali con uomini con specifici criteri di rischio. La vaccinazione non è quindi da intendersi per la popolazione generale.

La vaccinazione permette di prevenire forme gravi della malattia, complicazioni letali, ma non si sa ancora se è in grado di impedire il contagio.

Non è ancora chiaro, inoltre, se questo vaccino possa essere efficace anche contro il ceppo Clade I, ma finora i dati provenienti dagli studi in corso sono promettenti.

Marianna Monte | Giornalista

Luca Perico | Laboratorio di biologia cellulare e medicina rigenerativa

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