Data prima pubblicazione
April 23, 2024

Dengue: cos’è la “febbre spaccaossa” trasmessa dalle zanzare

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Si manifesta con la comparsa improvvisa di febbre e in alcuni casi, rari, può portare anche alla morte. Tutto sulla Dengue, la malattia infettiva virale trasmessa dalle zanzare che si sta diffondendo anche in Europa.

La Dengue avanza. Un tempo confinata nelle zone tropicali e sub tropicali del pianeta, questa malattia virale, detta anche “febbre spaccaossa”, inizia a diffondersi in altre aree del mondo, compresa l’Europa. Da 100 a 400 milioni le persone contagiate ogni anno secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): “I numeri sono cresciuti di 30 volte in 50 anni”, ha dichiarato Tedros Adhanom Ghebreyesus, Direttore Generale dell’OMS. Solo in Brasile la Dengue ha superato la soglia dei 3 milioni di casi nel 2024, quasi il doppio del numero registrato nell'intero 2023.

Che cos'è la febbre Dengue e come si trasmette

La Dengue è una malattia infettiva indotta dal virus Dengue (DENV), appartenente alla famiglia dei Flavivirus. Ad oggi si conoscono quattro sottogruppi – detti sierotipi – di virus Dengue che sono molto simili tra loro: DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4.

La responsabile della diffusione di questi virus è una zanzara femmina: l’Aedes aegypti. Se una persona infetta viene punta da una zanzara, la zanzara stessa può trasmettere il virus ad altre persone. E più sono le zanzare portatrici del virus, e più è alta la probabilità di diffondere il contagio.

Dove è più diffusa?

La Dengue è maggiormente diffusa nei paesi con climi caldi, dove prospera la zanzara Aedes aegypti. Le regioni più colpite sono quelle del Sud-est asiatico, del Pacifico occidentale, delle Americhe, dell'Africa e del Mediterraneo orientale. Anche Paesi come Brasile, India, Filippine, Indonesia e Thailandia hanno registrato un elevato numero di casi di Dengue negli ultimi anni.

All'inizio del 2024 c’è stata un’impennata di contagi in Sud America, in particolar modo in Brasile, dove auto speciali spargono spray antizanzara per le strade, causando molti stati del paese sudamericano a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria. Continua ad essere alto l'allarme anche in Argentina: da fine luglio a metà marzo di quest'anno si sono registrati già almeno 106 morti e più di 151mila contagiati, secondo l'ultimo bollettino epidemiologico nazionale del Ministero della Salute.

I Paesi a rischio

A causa del riscaldamento globale e dell’aumento di viaggi internazionali dopo la pandemia di COVID-19, la Dengue si sta diffondendo nella fascia temperata del pianeta – che abbraccia anche l’Europa – dove fino a pochi anni fa non esisteva. Questo perché l’infezione può essere diffusa anche dall'Aedes albopictus, la nostra zanzara tigre, un vettore permissivo per la Dengue, anche se meno efficiente di Aedes aegypti.

In un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet Planetary Health, i ricercatori hanno sviluppato un modello matematico per quantificare la frequenza di Aedes albopictus in Europa sulla base delle sue caratteristiche biologiche. Come si può vedere dalla figura pubblicata nell’articolo, la presenza di questa zanzara tra giugno e settembre potrebbe favorire l’insorgere di casi locali di dengue ma anche di Zika virus e Chikungunya, specialmente in Italia, nel sud della Francia e in Spagna.

Capita, infatti, che i viaggiatori che arrivano dalle zone più colpite, come ad esempio il Brasile, vengano punti dalle zanzare autoctone (tigre, appunto), che si caricano di sangue infetto: in questo modo le vittime successive della Dengue si infettano localmente. Attualmente Italia e Francia sono le più colpite dalla crescita di infezioni locali, si legge su Nature. La Francia, in particolare, ha registrato numerosi casi importati, con la maggior parte dei viaggiatori infetti provenienti da Martinica e Guadalupa.

Tuttavia, gli esperti ritengono che la Dengue probabilmente non diventerà endemica in Europa nel breve periodo. Le infezioni locali tendono ad essere ancora sporadiche e stagionali, con un picco in estate e una diminuzione durante i mesi invernali.

La Dengue in Italia

Con l’aria di primavera le zanzare cominciano ad accoppiarsi e il rischio che la febbre tropicale si diffonda anche nel nostro Belpaese aumenta. Nel 2023 in Italia ci sono stati 347 contagi di Dengue, la maggior parte persone punte all’estero che hanno manifestano i sintomi in Italia. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’Istituto Superiore della Sanità dal 1° gennaio all’8 aprile 2024 risultano: 117 casi confermati di Dengue (tutti associati a viaggi all’estero, età mediana di 42 anni, 50% di sesso maschile e nessun decesso).

Prevenzione dell'esposizione ai vettori

Come anticipato, la Dengue ad oggi non è una malattia endemica in Italia. Al momento, il principale strumento preventivo contro la diffusione delle arbovirosi quali la Dengue, è la riduzione dell’esposizione alle zanzare durante il periodo favorevole alla trasmissione. In particolare, è necessario:

  • Implementare sul territorio tutte le azioni di bonifica ambientale mirate a ridurre i siti di proliferazione e di riparo per le zanzare;
  • Usare repellenti per l’uso personale e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe, quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto;
  • Usare delle zanzariere alle finestre e soggiornare in ambienti climatizzati;
  • Svuotare di frequente i contenitori con acqua stagnante.

Quali sono i sintomi della Dengue?

In caso di infezione Dengue, il sintomo principale è rappresentato dalla febbre che compare mediamente nell'arco di 5-6 giorni dalla puntura di una zanzara infetta. Se una persona si contagia per la prima volta, la malattia si presenta di solito in forma lieve. Nella maggior parte dei casi, l’infezione si risolve completamente nel giro di due settimane. La febbre, spesso si manifesta assieme ad altri sintomi come:

  • Mal di testa
  • Dolori articolari e muscolari
  • Dolore attorno e dietro agli occhi
  • Rash cutaneo
  • Nausea

L'infezione causata da uno dei sottogruppi del virus Dengue non fornisce però immunità per gli altri, ragion per cui le persone possono contrarre la Dengue più volte, con il rischio di gravi complicazioni che può aumentare di volta in volta. Infatti, se la stessa persona si infetta per una seconda volta, la sintomatologia può essere più grave. Questo accade per un particolare meccanismo attraverso cui il virus riesce a sfruttare a suo vantaggio la nostra risposta immunitaria. In altre parole, gli anticorpi che normalmente ci proteggono dal virus vengono utilizzati dal virus stesso per diffondersi nell’organismo, portando allo sviluppo di una malattia più severa. Nei casi più gravi la Dengue è caratterizzata da:

  • Dolori addominali
  • Vomito (almeno 3 volte in 24 ore)
  • Sanguinamento dal naso o dalle gengive
  • Sangue nelle feci o nel vomito
  • Stanchezza e irritabilità
  • Manifestazioni emorragiche e perdita di liquidi che possono causare veri e propri collassi, potenzialmente fatali

Secondo il CDC (Centers for Disease Control and Prevention) americano, circa 1 persona su 4 sviluppa sintomi dalla Dengue dopo infezioni e 1 persona su 20 sviluppa la malattia in forma severa. I neonati, gli anziani, le donne in stato di gravidanza e i pazienti immunodepressi hanno un rischio maggiore di sviluppare sintomi gravi. Sempre secondo il CDC, le morti attribuibili alla Dengue a livello globale sono stimate a circa 20 mila l’anno.

Come si cura la Dengue?

Al momento non esistono farmaci antivirali specifici per curare la Dengue, ovvero in grado di inibire la replicazione di DENV nell’individuo infetto. Nel 2023, un team di ricercatori del Belgio ha però identificato una nuova molecola, JNJ-1802, in grado di bloccare la replicazione di DENV-1 e DENV-2 in animali da laboratorio. Questo composto è risultato tollerato e sicuro in uno studio di Fase I che ha arruolato 39 volontari sani. Inoltre, JNJ-1802 ha dimostrato un'efficacia preventiva contro il virus su un gruppo di volontari deliberatamente esposti al patogeno in un ambiente estremamente controllato.

In attesa di dati più robusti sulla reale efficacia di questo composto in un contesto reale, i trattamenti ad oggi disponibili prevedono principalmente una serie di misure tese all’alleviamento dei sintomi, come l’assunzione di ibuprofene, paracetamolo, acetaminofene e altri farmaci antinfiammatori non steroidei. Nei casi più gravi è prevista la somministrazione endovenosa di liquidi e l’emotrasfusione. Durante i primi giorni della malattia è consigliabile stare al chiuso, in luoghi protetti da zanzariere, per evitare l’esposizione al vettore e limitarne la diffusione.

I vaccini disponibili contro la Dengue

Per quanto riguarda la prevenzione, non c’è ancora il vaccino perfetto per la Dengue. “Il vaccino ideale - secondo Timothy Endy, Responsabile del Dipartimento Malattie Infettive alla Suny Upstate Medical University - dovrebbe avere un'efficacia del 90% contro tutti i sottogruppi del virus (DENV-1, DENV-2, DENV-3 e DENV-4) e lo stesso livello di efficacia sia per le persone che hanno già contratto l’infezione che per coloro che non sono mai stati contagiati".

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha approvato nel nostro Paese l’utilizzo di due vaccini contro Dengue: Dengvaxia e Qdenga. Questi sono vaccini tetravalenti a virus vivo attenuato. Ciò significa che contengono versioni vive dei quattro sierotipi di virus dengue, ma che sono state attenuate in maniera tale da stimolare una risposta immunitaria senza essere in grado di provocare la malattia. Nonostante le due tipologie di vaccino siano simili, esse vengono utilizzate in categorie di soggetti differenti.

Il primo ad essere stato approvato nel 2019 è DENGVAXIA, prodotto da Sanofi a Parigi. Questo è un vaccino basato sul virus della febbre gialla – un altro Flavivirus – ed esprimente delle proteine di superfice dei 4 sierotipi del DENV. Questo ha un’efficacia del 60% ed è indicato esclusivamente per la prevenzione della malattia dengue in soggetti di età compresa tra 6 e 45 anni residenti in aree endemiche e che abbiano già avuto una precedente infezione da virus dengue certificata da test di laboratorio o sierologico. Non viene utilizzato nelle persone che non sono mai state contagiate dal virus perché può aumentare il rischio di contrarre la malattia in forma grave. “Il motivo – ha dichiarato Albert Ko, Responsabile del Dipartimento di Epidemiologia alla Yale School of Public Health, in un articolo recentemente apparso sul Washington Postè che il vaccino non offre una protezione completa contro i quattro sierotipi del virus. È efficace contro il DENV-1 e il DENV-4, ma non con gli altri due sottogruppi del virus.” Questo vaccino non è commercializzato in Italia.

Nel 2023, il secondo vaccino ad essere stato approvato è il QDENGA, prodotto dalla società farmaceutica giapponese Takeda. Si tratta di un vaccino basato esclusivamente su DENV per la prevenzione della Dengue causata da tutti e 4 i sierotipi. Questo è autorizzato per l’uso a partire dai 4 anni di età sia in soggetti mai esposti al virus che in soggetti con precedente infezione con DENV. Secondo i dati più recenti pubblicati quest’anno su Lancet Global Healt, l'efficacia del vaccino è stata del 61% contro l’infezione e dell'84% contro il ricovero ospedaliero nei soggetti con precedente infezione naturale di Dengue, mentre nei partecipanti senza pregressa positività al virus le efficacie corrispondenti sono state del 53% e del 79%.

Dato il basso tasso di trasmissione locale della Dengue nel nostro Paese, il vaccino non è da considerarsi per tutti ma è indicato per specifiche popolazioni a rischio:

  • persone che hanno già avuto una pregressa infezione da virus Dengue e stanno per intraprendere un viaggio in Paesi ad elevata endemia,
  • persone che, a prescindere dall'infezione Dengue, dovranno soggiornare per lunghi periodi o fare viaggi ricorrenti in aree endemiche o con epidemia in atto.

Il ciclo vaccinale prevede la somministrazione di due dosi sottocutanee a distanza di tre mesi l’una dall’altra, con la seconda dose che garantisce il massimo della copertura e la sua durata nel tempo (4-5 anni). Tuttavia, è stato dimostrato che anche solo una dose di vaccino, somministrata almeno a due settimane prima della partenza, conferisce una protezione soddisfacente, soprattutto per chi ha già contratto la Dengue in passato. È possibile, quindi, effettuare la prima dose di vaccino prima della partenza e completare il ciclo al rientro. Il vaccino è consigliato anche per le persone che ritornano dopo lunghi viaggi nei Paesi dove il virus è endemico, perché potrebbero comunque aver contratto la malattia senza accorgersene.

In arrivo un nuovo vaccino: il Butantan-DV

È in arrivo un terzo vaccino contro la Dengue: il Butantan-DV. Ad annunciarlo sono stati i ricercatori dell’Istituto Butantan di San Paolo, in Brasile, che lo hanno sviluppato e hanno pubblicato i risultati dello studio sul The New England Journal of Medicine del 1° febbraio 2024. Il vaccino, tuttora in fase di test, si è dimostrato essere sicuro ed efficace all’80% contro la malattia sintomatica per tutti i gruppi di età: bambini, adolescenti e adulti tra i 2 e i 59 anni.

Il vantaggio di questo vaccino - ha sottolineato Giuseppe Remuzzi, Direttore dell’Istituto Mario Negri - è che la metà dei partecipanti non avevano avuto evidenza di una esposizione alla Dengue in precedenza. Il vaccino funziona quindi sia in chi non è stato esposto alla malattia che in chi ha avuto una precedente storia di infezione da virus della Dengue”.

Il nuovo vaccino in questo momento è ancora in fase di test, a giugno verrà completato il periodo di follow up, mentre l’approvazione definitiva è prevista nel 2025.

Marianna Monte | Giornalista

Luca Perico | Laboratorio di biologia cellulare e medicina rigenerativa

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