ultimo aggiornamento:
13/11/2023
November 14, 2019

Diabete e malattie renali

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Il diabete è una malattia cronica che nel 2021 ha afflitto più di 520 milioni di persone al mondo appartenenti ad ogni fascia di età, secondo le ultime stime dello studio Global Burden of Diseases (GBD).

Secondo le proiezioni GBD entro il 2050 più di 1.3 miliardi di persone avranno il diabete.  È un vero pericolo per la salute perché causa complicanze al cuore e alle arterie, al sistema nervoso, alla vista e anche ai reni

Nel 2021 in Italia si stima che le persone affette da diabete fossero oltre 5.1 milioni (dati GBD), l’8.7% dell’intera popolazione (21% fra le persone di 75 anni e oltre).

La diffusione del diabete è quasi raddoppiata in trent’anni (coinvolgeva il 4,5% della popolazione nel 1990). Anche rispetto al 2000 i diabetici sono circa 2 milioni in più e ciò è dovuto sia all’invecchiamento della popolazione che ad altri fattori, tra cui l’anticipazione delle diagnosi (che porta in evidenza casi prima sconosciuti) e l’aumento della sopravvivenza dei malati di diabete.

Circa il 40% dei pazienti diabetici sviluppa una malattia renale cronica e in 3 casi su 10 chi ha una malattia renale dovuta al diabete prima o poi avrà bisogno della dialisi o del trapianto. Inoltre, i diabetici ammalati di reni sviluppano più facilmente malattie del cuore rispetto ai diabetici senza insufficienza renale. Si prevede che tra vent’anni - se non si interverrà - il numero di diabetici ammalati di reni sarà così grande che anche i paesi più ricchi saranno in difficoltà a garantire a tutti quanti la dialisi. È importante quindi, prevenire la malattia renale nel diabetico prima che appaiano i primi segni. Questo non solo è cruciale per evitare l'evoluzione della malattia verso l'insufficienza renale terminale e la dialisi, ma anche per proteggere il sistema circolatorio, cioè cuore, cervello e arterie. 

Diabete e malattia renale: gli studi del Mario Negri

Lo studio BENEDICT – condotto dall’Istituto Mario Negri e pubblicato nel 2004 sulla rivista scientifica “New England Journal of Medicine” - ha coinvolto 1.200 pazienti della provincia di Bergamo e ha dimostrato che con gli stessi ACE inibitori, i farmaci efficaci nella malattia renale cronica non diabetica, è possibile prevenire il danno renale e cardiovascolare nel diabete di tipo 2.

È necessario utilizzare più farmaci allo scopo di controllare l’ipertensione arteriosa che spesso si accompagna a queste malattie, abbassare il colesterolo e ridurre il più possibile il danno al rene che si traduce in perdita di proteine nelle urine. Bisogna poi diminuire l’assunzione di sale con i cibi, fare attività fisica e calare di peso se si è obesi o sovrappeso. Nei diabetici, è molto importante controllare bene la glicemia. In questo modo, molti pazienti riescono ad ottenere una completa remissione della malattia. 

Nuove tecniche di microscopia per studiare il diabete

I ricercatori del Mario Negri hanno sviluppato una nuova tecnica di microscopia elettronica a scansione per comprendere cosa succede al rene in presenza di diabete. Applicando questo approccio in pazienti con diabete in fase avanzata e in un modello animali con diabete di tipo 2, i ricercatori hanno documentato che il diabete provoca la perdita di alcune cellule del glomerulo (unità filtrante del rene) cruciali per il mantenimento della funzione di filtrazione del sangue. Inoltre, è stato dimostrato che questa perdita è provocata dall'espansione anomala dello spazio tra la cellula e la membrana alla quale la cellula stessa si ancora (spazio sottopodocitario). Questi risultati, oltre a dimostrare che la microscopia elettronica a scansione rappresenta uno strumento prezioso per studiare la malattia, suggeriscono che terapie in grado di ridurre lo spazio sottopodocitario potrebbero essere efficaci nella cura della nefropatia diabetica.

Nuove terapie da associare agli ACE inibitori

Gli ACE inibitori rappresentano ancora oggi la terapia di elezione per la nefropatia diabetica, ma quando la malattia è in fase avanzata offrono una protezione renale incompleta. È quindi importante identificare nuove molecole di maggiore efficacia. In un modello animale con diabete di tipo 2 e malattia renale, i ricercatori del Mario Negri hanno notato per la prima volta che il trattamento con Angiotensina 1-7 in forma ciclica, che conferisce maggiore stabilità alla molecola, limita lo sviluppo di albuminuria, danno renale, infiammazione e fibrosi. L’ associazione di Angiotensina 1-7 con ACE inibitore conferiva un effetto antiproteinurico e una protezione renale superiore al solo ACE inibitore, suggerendo l’importanza di questa terapia di combinazione per la cura della nefropatia diabetica.

Studi preclinici con farmaci innovativi per la nefropatia diabetica: ruolo emergente dei farmaci SGLT2-inibitori

Gli inibitori del trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT-2i) sono farmaci approvati per il trattamento del diabete di tipo 2, che oltre a ridurre l’iperglicemia hanno effetti di protezione sul rene diabetico. Sono stati studiati quali componenti del filtro glomerulare fossero coinvolti negli effetti antiproteinurici e renoprotettivi di SGLT2i nel diabete. I risultati ottenuti hanno mostrato che in topi con nefropatia diabetica di tipo 2 l’effetto antiproteinurico era dovuto ad un’azione diretta del farmaco sulle cellule endoteliali, preservandone l’ultrastruttura che era completamente danneggiata nei topi diabetici. Indagini più approfondite hanno permesso di identificare nei topi con diabete un’alterata espressione di alcune proteine coinvolte nella regolazione della permeabilità endoteliale. Queste anomalie endoteliali erano limitate dal trattamento con l’inibitore di SGLT2.

Terapia cellulare nella malattia renale diabetica: lo studio NEPHSTROM

La terapia cellulare con cellule mesenchimali stromali (MSC) rappresenta una strategia di trattamento innovativa per prevenire e riparare il danno renale della malattia diabetica. Il nostro Istituto, in collaborazione con i partner dei centri clinici di Bergamo, Galway (Irlanda), Birmingham e Belfast (UK), ha disegnato e coordinato il trial clinico NEPHSTROM di fase 1b/2a (Novel Stromal Cell Therapy for Diabetic Kidney Disease), che è parte di un progetto EU Horizon 2020 Framework Programme (grant 634086).

L’obiettivo è di studiare in primo luogo la sicurezza, la fattibilità e la tollerabilità e, in secondo luogo, di fornire dati preliminari sull’efficacia della terapia con MSC (purificate con tecnica innovativa dal midollo osseo di persone sane) in pazienti affetti da diabete di tipo 2 e nefropatia diabetica progressiva. NEPHSTROM è un trial randomizzato in doppio cieco che prevede gruppi di pazienti trattati con singole dosi di MSC (80, 160, 240x106 cellule) a gruppi sequenziali o con placebo, seguiti per 18 mesi. I risultati preliminari indicano la sicurezza e tollerabilità della terapia cellulare con ORBCEL-M nella coorte di pazienti trattati con la dose più bassa (80x106 cellule). La velocità di riduzione della funzione renale (GFR stimato) durante i 18 mesi di follow-up era significativamente inferiore nei pazienti che ricevevano la terapia cellulare rispetto a quelli trattati con placebo.

Susanna Tomasoni - Laboratorio di Fisiopatologia delle Malattie Renali ed Interazione con altri Sistemi - Dipartimento di Medicina Molecolare

Norberto Perico - Laboratorio di Fasi Avanzate dello Sviluppo dei Farmaci nell'uomo - Unità Operativa Complessa Malattie Renali - Centro Clinico - Centro Aldo e Cele Daccò

Editing Raffaella Gatta - Content manager

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