ultimo aggiornamento:
13/3/2023
July 6, 2020

Reni: cosa sono, a cosa servono, patologie e cure

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Che cosa sono i reni?

I reni sono due organi posizionati nell’area posteriore della cavità addominale. Negli esseri umani ciascun rene è lungo circa 10.5-12 cm, pesa circa 160 grammi ed ha una forma particolare, simile a quella di un fagiolo, di colore rosso scuro.

I reni sono organi che svolgono una funzione importantissima per il nostro organismo: filtrano il sangue eliminando, attraverso le urine, le sostanze di scarto e preservano l’equilibrio idrosalino nel nostro corpo.

A che cosa servono i reni?

Entrando nel dettaglio delle funzioni di questi due organi, i reni:

  • eliminano le scorie, alcuni tipi di farmaci e di sostanze introdotte nell’organismo;
  • mantengono in equilibrio il contenuto corporeo di acqua, sali, acidi, bicarbonati ed altre sostanze: regolano la loro elimnazione quando in eccesso o la loro ritenzione in condizioni di carenza;
  • producono alcuni ormoni come l’eritropoietina, che stimola la formazione di globuli rossi da parte del midollo osseo, e come la renina e le prostaglandine, che regolano la pressione arteriosa;
  • producono la forma attiva della vitamina D, fondamentale per l’assorbimento intestinale di calcio e per la calcificazione delle ossa;
  • consentono ad alcuni ormoni di svolgere la loro funzione, come il paratormone (PTH) prodotto dalle paratiroidi, che sono 4 piccole ghiandole situate vicino alla tiroide;
  • regolano la pressione arteriosa mantenendola su valori normali con l’eliminazione dell’eccesso di sale e con la produzione di vari ormoni, come renina e prostaglandine.

Come capire se i reni non funzionano bene?

Se i reni non riescono a svolgere correttamente il loro lavoro, può accadere che l’eliminazione delle scorie, sostanze inutili o dannose per l'organismo, non avvenga in modo completo causando diversi squilibri come:

  • aumento dell’acidità del sangue, o acidosi, causata da una ridotta eliminazione di ioni idrogeno;
  • anemia, causata da una ridotta eliminazione di eritropoietina;
  • aumento di fosforo nel sangue, alterazioni ossee, alterazioni delle pareti delle arterie (vasculopatie), causate da una ridotta eliminazione di fosforo;
  • ipertensione e gonfiore (edema), causate da una ridotta eliminazione di sodio e acqua;
  • riduzione dell’assorbimento del calcio e alterazioni ossee, causate da una ridotta eliminazione di vitamina D;
  • ipertensione e patologie cardiovascolari causate da un’alterazione del sistema renina-angiotensina;
  • infiammazione, stress ossidativo, disfunzioni della parete dei vasi, alterazioni immunologiche, alterazioni del metabolismo di proteine, di grassi e di zuccheri causate da una ridotta eliminazione delle tossine.

Per far sì che i reni lavorino a dovere il più a lungo possibile, è importante avere fin dall’infanzia uno stile di vita sano: una dieta corretta e povera di sale, per non favorire l’ipertensione, ed esercizio regolare per tenere alla larga obesità e malattie metaboliche.

Inoltre, è importante non esagerare con l’alcol, perché l’eccesso di bevande alcoliche è un fattore di rischio per l’insufficienza renale cronica a cui pochi pensano, ma che è davvero dannosa.

Reni: segnali di sofferenza e condizioni di rischio

I reni compiono il loro lavoro in modo silenzioso, senza dare nessun segnale nemmeno quando non sono perfettamente funzionanti.

Basti pensare che oltre 850 milioni di persone nel mondo, di cui più di due milioni solo in Italia, soffrono di una malattia renale.

Le forme croniche rappresentano la sesta causa di morte con circa 2.4 milioni di vittime ogni anno.

La malattia renale cronica colpisce circa il 10% della popolazione generale (fino al 40% degli anziani) ed è una delle prime cause di morte in Italia: si stimano circa 2.2 milioni di persone colpite, ma di queste il 60% non sa di averla, mentre il 40% dei pazienti arriva troppo tardi dal nefrologo.

La perdita della funzione renale è infatti, in genere, relativamente lenta. Questo consente all’organismo di adattarsi alla ridotta efficienza del rene senza soffrire eccessivamente. Per questo motivo succede che il paziente spesso non si accorga affatto di avere una malattia ai reni fino a quando questa non sia in una fase molto avanzata. Purtroppo, quando questo deficit di funzione supera una soglia di sicurezza, è tardi e bisogna sottoporsi alla dialisi o a un trapianto.

Le principali condizioni di rischio da tenere monitorate sono:

  • Invecchiamento (oltre 65 anni)
  • Ipertensione arteriosa
  • Diabete
  • Uso prolungato di farmaci, senza controllo medico
  • Ipercolesterolemia grave
  • Obesità importante
  • Vita sedentaria
  • Calcoli renali
  • Infezioni urinarie ricorrenti
  • Ostruzioni delle vie urinarie
  • Precedenti malattie renali
  • Malattie immunologiche in atto
  • Presenza di malattie renali nei familiari

Come possiamo prenderci cura dei reni?

I reni depurano senza sosta l’organismo e regolano la composizione dei liquidi corporei. Sono organi complessi che lavorano in maniera silenziosa ma molto efficace.
Il loro benessere è, quindi, un presupposto indispensabile per la vita e per il corretto funzionamento di tutte le cellule del corpo. I reni hanno, inoltre, anche il compito di modulare i valori della pressione arteriosa e secernere ormoni come l’eritropoietina, responsabile della maturazione dei globuli rossi, o la vitamina D essenziale per il metabolismo osseo.

I reni non smettono di lavorare, anche ai limiti delle proprie capacità: si può arrivare a perdere il 95% della loro funzionalità senza avvertire nessun disturbo. Per questo motivo le malattie renali vengono spesso definite silenti: questi organi lanciano segnali quando ormai non è più possibile intervenire se non con la dialisi o il trapianto.

In concreto per far sì che i reni lavorino a dovere il più a lungo possibile, è importante condurre fin dall’infanzia uno stile di vita sano, e cioè:

  • idratarsi regolarmente;
  • seguire una dieta varia ed equilibrata;
  • ridurre il consumo di sale, che può favorire l’ipertensione;
  • non fumare;
  • svolgere regolare attività fisica per scongiurare obesità e malattie metaboliche;
  • tenere sotto controllo la pressione del sangue;
  • non esagerare con l’alcol, perché l’eccesso di bevande alcoliche è un fattore di rischio per l’insufficienza renale cronica a cui pochi pensano.

Infine, è importante eseguire regolari controlli per riconoscere precocemente le malattie che possono colpire i reni per poter intervenire in tempo ed arrestare la loro progressione con terapie specifiche.

Come devono comportarsi le categorie più a rischio di sviluppare malattie renali?

Ipertesi, diabetici e anziani sopra i 65 anni sono le tre categorie più a rischio di sviluppare un danno renale.

Queste persone, oltre a seguire correttamente le terapie prescritte per controllare pressione e glicemia, devono verificare la funzionalità renale almeno una volta all’anno.

È sufficiente fare un esame delle urine per misurare la quantità di una proteina, l’albumina: se il setaccio-rene non funziona più bene, le maglie si “allargano” e nell’urina compaiono sostanze che di solito vengono trattenute, come le proteine.

A questo test si aggiunge un’analisi del sangue con il dosaggio della creatininemia. La creatinina è un prodotto di scarto dell’attività muscolare e deve essere filtrata ed espulsa con le urine; viene però misurata in entrambi i liquidi corporei (sangue e urine) perché è un indicatore diretto della capacità di filtrazione dei reni.

Quali sono le malattie renali più diffuse?

Nelle diverse malattie renali, le funzioni dei reni sono  più o meno compromesse.

Tali malattie sono numerose, e tra queste, le più note e diffuse sono:

Malattie renali e la ricerca dell’Istituto Mario Negri

I ricercatori dell’Istituto Mario Negri da oltre 30 anni studiano i possibili mediatori e i meccanismi responsabili della perdita della funzione renale per mettere a punto strategie che evitino ai pazienti di dover ricorrere alla dialisi o al trapianto.

La stretta collaborazione tra i ricercatori del Dipartimenti di Medicina Molecolare, di Medicina Renale e di Bioingegneria dell’Istituto con i clinici dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, da sempre favorisce un approccio alla ricerca di tipo traslazionale: si parte dal problema del paziente, lo si approfondisce in laboratorio per poi ritornare al paziente. Ciò si traduce nell’opportunità per chi è ammalato di godere rapidamente dei benefici delle scoperte e dei progressi ottenuti dalla ricerca.


Inoltre, il Dipartimenti di Medicina Molecolare è coinvolto nel progetto multidisciplinare TrainCKDis, che ha l'obiettivo di formare una nuova generazione di ricercatori in grado di affrontare le sfide future sulle malattie renali croniche (CKD, chronic Kidney Disease), di cui soffrono circa 70 milioni di eprsone solo in Europa. Grazie a 15 progetti di ricerca, che insieme miglioreranno la cura e la qualità della vita dei pazienti CKD, TrainCKDis si prefigge di creare una rete efficiente e sostenibile dal mondo accademico all'industria, coinvolgendo associazioni di pazienti e medici. Il divario tra le diverse realtà sarà colmato creando un programma di formazione europeo innovativo, multidisciplinare e intersettoriale per preparare la prossima generazione di scienziati di alto livello a sviluppare soluzioni creative per trasformare la ricerca CKD. TrainCKDis fornirà agli studenti laureati, con diversi background, un approccio ampio per scoprire e sviluppare nuovi target terapeutici e biomarcatori, con una particolare enfasi sul ruolo della genetica.

Infine, i ricercatori del Dipartimento di Malattie rare dell’Istituto fanno parte del progetto DECODE, che studia la glomerulonefrite membranoproliferativa primaria (MPGN), un gruppo di disturbi renali rari associati all'attivazione del complemento per il quale ad oggi non esiste un trattamento approvato.

Ariela Benigni e i suoi ricercatori, in collaborazione con il Progetto DDD Onlus, l'Associazione Olandese Pazienti Renali e l'Associazione Tedesca per le malattie rare mediate dal complemento, stanno studiando per identificare nuove strategie capaci di migliorare la diagnosi, la prognosi e il trattamento dei pazienti MPGN.

I ricercatori dell'Unità Operativa Complessa Malattie Renali - Centro Clinico - Centro Aldo e Cele Daccò

Editing Raffaella Gatta- Content Manager

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