Tutto quello che c’è da sapere sulla prima insulina settimanale al mondo, che probabilmente arriverà in Italia nei primi sei mesi del 2025.
A 100 anni dalla scoperta dell’insulina l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha approvato l’uso della prima insulina settimanale per le persone con diabete mellito: una notizia che attendevamo da tempo.
In Italia il 5.9% della popolazione soffre di diabete - più di 3.5 milioni di persone - anche se probabilmente i numeri sono ben più alti perché molti casi non sono diagnosticati. Il diabete è maggiormente presente nelle persone anziane: più del 20% degli ultra 75enni sono diabetici. La maggior parte (circa il 90%) sono affetti dal diabete di tipo 2: una forma di diabete che insorge nell’età adulta caratterizzato da obesità, sedentarietà ed eccessivo introito calorico. Il 10% sono invece diabetici di tipo 1, più frequente nei giovani e che spesso insorge nell’infanzia e nell’adolescenza e necessita fin dall’inizio di una terapia insulinica intensiva. Questa forma di diabete, più rara, è legata alla distruzione progressiva di tutte le cellule che producono insulina da parte di un processo autoimmune.
Negli ultimi anni la terapia del diabete di tipo 2 ha fatto dei progressi incredibili con l’introduzione di nuovi farmaci non insulinici (Gliflozine e GLP1 agonisti) che non solo riducono la glicemia senza rischio di ipoglicemie, ma contribuiscono anche a ridurre il rischio di complicanze cardiache e renali. Purtroppo, però, nonostante un buon stile di vita e i nuovi farmaci, circa il 20% dei diabetici nel corso della loro malattia necessitano di terapia insulinica. Questo è dovuto al fatto che fattori come alimentazione o attività fisica non sono gli unici responsabili dell’insorgenza del diabete di tipo 2, che dipende anche da una perdita progressiva della capacità di produrre insulina da parte del pancreas. I farmaci usati in precedenza non vengono sospesi, ma si aggiunge una cosiddetta insulina basale giornaliera (di solito un’iniezione sottocutanea la sera) che aiuta a ridurre la glicemia fino a portarla a valori accettabili.
L’insulina è un ormone essenziale per la vita, la chiave per far entrare il glucosio nelle cellule e permettere il corretto rifornimento energetico del nostro organismo. Se il glucosio nel sangue rimane sempre elevato, il rischio di complicanze agli occhi, ai reni, al cuore, al cervello e ai nervi è molto elevato.
Purtroppo, l’inizio della terapia insulinica è spesso percepito dal paziente come un netto peggioramento non solo della sua malattia, ma anche della sua qualità di vita. È costretto a programmare quotidianamente la somministrazione sottocutanea dell’insulina e aumentare i controlli della glicemia non solo per raggiungere la dose corretta, ma anche per ridurre il rischio di ipoglicemie, valori di glucosio sotto i 70 mg/dl. Le ipoglicemie possono comportare l’insorgenza di sintomi preoccupanti e portare a perdita di coscienza se non si interviene subito assumendo degli zuccheri semplici. Proprio per questo il paziente spesso riduce le dosi di insulina, con conseguente scarso controllo glicemico. La mancata aderenza alla terapia e le frequenti omissioni della somministrazione dell’insulina giornaliera spiegano perché molto spesso i malati controllino male il diabete rischiando complicanze cardiorenali.
Il passaggio dall’assunzione giornaliera a quella settimanale sarebbe un enorme vantaggio per i diabetici di tipo 2, che sono molto spesso soggetti anziani, a volte affetti da altre patologie che li costringono ad assumere molte altre terapie ogni giorno. Passare da 365 a 52 iniezioni l'anno significa ridurre il disagio legato alla somministrazione giornaliera e facilitare l’aderenza alla terapia, riducendo il rischio di errori di dosaggio.
Possiamo parlare di una ritrovata libertà – per la prima volta il paziente non deve pianificare sempre le singole giornate in base alla terapia. Un netto miglioramento della qualità di vita.
L’insulina ICODEC è simile all’insulina umana, in cui sono stati sostituiti 3 amminoacidi e a cui è stato legato un acido grasso a lunga catena. Queste modifiche contribuiscono a ridurre la degradazione dell’insulina e a ridurre l’affinità al recettore dell’insulina. Inoltre l’acido grasso favorisce un forte legame di questa insulina modificata all’albumina umana che in questo modo rimane in circolo più a lungo e solo molto lentamente viene rilasciata e resa disponibile alle nostre cellule. Tutti queste modifiche fanno sì che l’emivita di questa insulina è di circa 8 giorni e richiede circa 3-4 settimane per ottenere una concentrazione stabile di insulina nel nostro organismo.
Lo scopo dell’insulina basale giornaliera è quello di ottenere un buon controllo della glicemia durante tutto l’arco della giornata. La nuova insulina settimanale, ICODEC, è stata valutata in 6 studi clinici, denominati ONWARS in soggetti con diabete di tipo 2 che dovevano iniziare la terapia insulinica (per valori elevati di glicemia nonostante una ottimale terapia con farmaci orali), in soggetti con diabete di tipo 2 già in terapia con insulina basale giornaliera e in diabetici di tipo 2 già in terapia con insulina basale giornaliera associata a insulina rapida ai pasti.
In tutti questi studi nel diabete di tipo 2 insulina Icodec si è dimostrata efficace come l’insulina giornaliera nel migliorare il controllo glicemico senza aumentare significativamente il rischio di ipoglicemia. Anzi, nei pazienti che iniziavano la terapia con Icodec e in quelli in cui sostituiva l’insulina basale giornaliera, il controllo glicemico era migliore rispetto alla insulina giornaliera a parità di valori della glicemia a digiuno. Questo significa che la nuova insulina mantiene una maggiore stabilità della glicemia durante il giorno e questo nel lungo termine contribuirà a ridurre le complicanze croniche legate al diabete.
Inoltre, la nuova insulina è stata testata anche in diabetici di tipo 1, insulino-dipendenti. In questo caso la nuova insulina ha mostrato un’efficacia simile nel controllo della glicemia, ma con un modesto ma significativo aumento del rischio di ipoglicemie non severe.
Questa insulina è preferibile nei diabetici di tipo 2, seguiti da un diabetologo, già in trattamento con almeno 2-3 farmaci non insulinici (metformina, gliflozine, GLP agonisti) ma con un controllo della glicemia.
Nel diabete di tipo 1 in cui il trattamento è una terapia insulinica intensiva (boli di insulina rapida ai pasti e insulina basale la sera) è stato osservato che l’insulina basale settimanale si associa ad un maggiore rischio di ipoglicemia. Per questo motivo, l’Agenzia Europea del farmaco (EMA) ne ha approvato l’utilizzo solo nei diabetici di tipo 1 in cui c’è evidenza di un possibile beneficio per l’insulina basale settimanale (un esempio potrebbe essere il diabetico che dimentica o salta spesso l’insulina basale con alto rischio di chetoacido diabetica).
Va inoltre sottolineato che per il momento questa nuova insulina è indicata solo per gli adulti. Non ci sono dati sui pazienti pediatrici.
Assolutamente sì, va proposta anche ai diabetici di tipo 2 già in trattamento con insulina basale in difficoltà con la terapia quotidiana.
Un altro vantaggio della formulazione della terapia su base settimanale sarà la possibilità di ridurre l’impegno richiesto agli operatori sanitari o dei familiari che si occupano di diabetici “fragili” che necessitano di terapia con insulina basale. Invece di dover ogni giorno alla stessa ora somministrare l’insulina, basterà una sola volta la settimana e non c’è nessun problema con l’orario di somministrazione.
Non sono stati osservati effetti collaterali significativi rispetto alla insulina basale giornaliera.
Ovviamente l’effetto collaterale più frequente, come accade con ogni terapia insulinica, è l’ipoglicemia, legato o a errori di somministrazione o a modifiche nello stile di vita e nell’assunzione di cibo. Nel diabetico di tipo 2 il rischio di ipoglicemia si è rilevato molto basso, con meno di un caso per paziente per anno. Ovviamente ogni paziente dovrà essere adeguatamente educato al modo corretto di misurare la glicemia e a come correggere valori di glucosio sotto i 70 mg/dl con l’assunzione di zuccheri semplici.
L’insulina settimanale Icodec è stata appena approvata dall’Agenzia Europea del Farmaco. L’Italia potrebbe essere tra i primi paesi al mondo a mettere a disposizione questa insulina innovativa per i pazienti diabetici. La speranza è che la nostra Autorità Regolatoria (AIFA) dia massima priorità a questa innovazione per far sì che sia disponibile il prima possibile in Italia (possibilmente nei primi sei mesi del 2025).
Marianna Monte | Giornalista
Roberto Trevisan | Professore Associato di Endocrinologia - Università degli Studi di Milano Bicocca