Data prima pubblicazione
12/8/2024
August 27, 2025

Febbre West Nile: cos'è la febbre del Nilo?

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August 27, 2025

Febbre West Nile: cos'è la febbre del Nilo?

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La febbre del Nilo Occidentale (o febbre West Nile) è una malattia infettiva virale causata dal virus West Nile, trasmesso dalle punture di zanzara. Come riconoscerla, dove è più diffusa, quando diventa pericolosa o mortale.

Indice

La prima vittima italiana di Febbre del Nilo del 2025 è stato un 80enne ricoverato a Moncalieri, in Piemonte. Successivamente, a luglio, il virus West Nile ha colpito in modo fatale una donna di 82 anni residente a Nerola, un comune in provincia di Roma. Sono seguite altre due vittime: un 80enne originario di Maddaloni, ricoverato a Caserta e un 77enne deceduto allo Spallanzani di Roma. Ad oggi, 27 agosto, i decessi salgono a 22. Al triste conteggio si è aggiunto un uomo di 87 anni residente a Velletri, deceduto nella notte tra il 13 e il 14 agosto 2025 presso l'Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma, decima vittima del Lazio.

Ed è proprio nel Lazio che si sono registrati 59 sugli 351 casi certificati finora in Italia dall'Istituto Superiore di Sanità di infezione da West Nile Virus di quest'anno, la maggior parte nella provincia di Latina. Il picco dei casi di West Nile Virus in Italia è previsto per la fine di agosto e settembre 2025, favorito da condizioni climatiche favorevoli come piogge intense seguite da ondate di calore che aumentano la proliferazione delle zanzare. A metà agosto, l'Italia era il paese europeo più colpito, con centinaia di casi di infezione umana e decine di decessi. In tutta Italia si stima che le infezioni siano almeno 10mila, la maggior parte in forma asintomatica.

  • In tutto, nel 2024, erano stati 460 nel nostro Paese i casi confermati di infezione da West Nile Virus (61 solo nel periodo 22-28 agosto), di cui 272 con coinvolgimento del sistema nervoso centrale (forma neuro-invasiva), 20 i decessi.
  • Nel 2023 i decessi legati alla Febbre del Nilo - o febbre West Nile - nel nostro Paese erano stati invece 27, i casi 166.
  • L'anno prima - il 2022 - si sono registrati 37 decessi su 723 casi

Il rischio di contrarre malattie causate dalle punture delle zanzare, come malaria, Dengue, Chikungunya, Zika Virus e, appunto, la febbre West Nile, è in aumento. In Italia così come in Europa.

Gli esperti temono che il cambiamento climatico possa aumentare la diffusione di questa malattia in luoghi meno comuni, o portarla in nuovi luoghi. Più le temperature aumentano, meglio le zanzare si riproducono in aree un tempo inospitali, più rapida diventa la propagazione del virus. Al fattore climatico si aggiungono i movimenti umani – tramite viaggi internazionali – e quelli dei volatili: gli spostamenti stagionali degli uccelli migratori giocano difatti un ruolo determinante nella diffusione dei virus West Nile.

Non c’è da allarmarsi: nella maggior parte dei casi il West Nile Virus ha sintomi leggeri e non richiede trattamenti particolari. Tuttavia, in circa 1 caso su 150, può portare a gravi infezioni del sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) e delle membrane che lo rivestono (meningi).

Cos’è la febbre del Nilo e come si trasmette

La febbre West Nile (o Febbre del Nilo Occidentale) è una malattia infettiva provocata dal West Nile Virus (Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae – la stessa della Dengue e della febbre gialla. Il virus non si trasmette da uomo ad uomo ma tramite la puntura di zanzare infette della specie Culex pipiens, ovvero la comune zanzara notturna.

Altri modi in cui il virus può diffondersi tra esseri umani sono:

  • Trasfusioni di sangue
  • Trapianti di organi provenienti da donatori infetti
  • Dalla madre al figlio durante la gravidanza e l'allattamento

Quali sono gli animali che trasmettono questa malattia?

La malattia viene trasmessa all’uomo dalle zanzare, ma il serbatoio originale del patogeno sono gli uccelli, in particolar modo i passeriformi. Accade che le zanzare diventino portatrici del virus pungendo uccelli infetti. Le zanzare infette, a loro volta, possono poi infettare sia esseri umani che animali, soprattutto i cavalli. In alcuni casi anche cani, gatti, conigli. Il virus è stato identificato anche in alcuni rettili, tra cui alligatori e coccodrilli.

Breve storia del West Nile Virus

  • Il West Nile virus viene isolato per la prima volta nel 1937 da una donna in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome).
  • Nel 1953 è stato poi identificato negli uccelli (corvi e colombiformi) nella regione del delta del Nilo. All'inizio non ha destato particolare interesse: gli effetti sull'uomo sembravano non pericolosi.
  • La prima epidemia riconosciuta di WNV si è verificata in Israele nel 1951 in una piccola città fuori Haifa, dove si sono verificati un totale di 123 casi senza decessi. Durante questa epidemia sono state descritte per la prima volta nel dettaglio le caratteristiche cliniche associate all'infezione, con i sintomi principali come febbre, mal di testa, mialgie, dolore addominale, eruzioni cutanee (esantemi) e vomito.
  • Sempre in Israele, nel 1957, si verifica un’epidemia in una casa di cura e per la prima volta vengono registrate gravi complicazioni neurologiche legate al virus negli anziani residenti.
  • Nel 1999 il virus compare a New York, provocando una grave epidemia che si diffonde negli Stati Uniti d'America.
  • Nell’agosto del 2008, in seguito a un’epidemia che colpisce una settantina di cavalli e sei esseri umani in alcune province dell'Emilia-Romagna, del Veneto e della Lombardia, il virus è stato dichiarato endemico nel nostro Paese. Dal 2008 è in vigore un’ ordinanza del Ministero della Salute per un piano di sorveglianza straordinaria della malattia di West Nile.

Febbre del Nilo: dove è più diffusa

Il virus West Nile si contrae più comunemente nei climi più caldi, soprattutto nelle regioni subtropicali o temperate del pianeta, dove le alte temperature favoriscono la riproduzione delle zanzare che lo veicolano. È presente in molti Paesi del mondo, in particolare in Africa, Medio Oriente, Europa, Australia e Nord America. È la causa principale di malattie trasmesse dalle zanzare negli Stati Uniti, con casi segnalati in 49 stati.

Febbre del Nilo in Europa

In Europa, negli ultimi decenni, più di 20 paesi hanno segnalato focolai o infezioni sporadiche con il virus West Nile. Secondo l'ultima relazione dell'EFSA sulle zoonosi,  il 2022 è stato l'anno con il secondo maggior numero di casi di infezioni da virus del Nilo Occidentale mai registrato nell'UE (1133 casi, 723 solo in Italia), mentre il 2018 è stato sinora l'anno con il numero più alto in assoluto (1612 casi) e 92 decessi di infezione da virus del Nilo. In Italia ci sono state segnalazioni di focolai dal 1998.

Febbre del Nilo: come riconoscere i principali sintomi

L'infezione da virus WNV è asintomatica in circa l'80% delle persone infette. Circa il 20% dei contagiati presentano disturbi simil-influenzali lievi, come febbre, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari, nausea e vomito. Occasionalmente si possono verificare un’eruzione cutanea e ingrossamento delle ghiandole linfatiche. La febbre del Nilo viene diagnosticata ricercando gli anticorpi specifici, quali le Immunoglobuline M (IgM) e IgG, nel sangue dei soggetti con sospetta infezione attraverso specifici test sierologici.

Qual è il periodo di incubazione della malattia?

Il periodo di incubazione del virus è solitamente compreso tra 3 e 14 giorni, arriva fino a 21 giorni per i pazienti immunosoppressi o fragili. I sintomi, invece, durano generalmente pochi giorni e si risolvono in modo autonomo. La maggior parte delle persone guarite dal virus West Nile raggiunge un'immunità che può durare a vita o comunque presenta un rischio minimo di contrarre nuovamente la malattia.

La febbre del Nilo può essere mortale? Ecco le possibili complicanze

In meno dell’1% delle persone infette - 1 persona su 150 - il virus può causare una malattia grave (chiamata anche malattia neuroinvasiva, come l'encefalite o la meningite o la poliomielite). I sintomi delle forme più severe comprendono:

  • mal di testa
  • febbre alta
  • rigidità del collo
  • disorientamento
  • tremori
  • convulsioni
  • debolezza muscolare e paralisi
  • coma

La malattia grave può verificarsi in persone di qualsiasi età, tuttavia il rischio è più elevato per gli over 50 anni, gli immunodepressi (ad esempio, i pazienti che sono stati sottoposti a trapianto), e persone che soffrono di cancro, diabete, ipertensione, malattie renali.

Nei casi più gravi con coinvolgimento del sistema nervoso centrale (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale (come accaduto di recente alla paziente di Pordenone).

Come curare la Febbre West Nile: terapie e trattamenti

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Gli antibiotici non curano la malattia che è di origine virale e non batterica. Riposo, liquidi e antidolorifici da banco possono alleviare i sintomi. Nei casi gravi, i pazienti vengono ricoverati in ospedale per ricevere un trattamento di supporto, come liquidi per via endovenosa, antidolorifici e assistenza infermieristica.

Esiste un vaccino?

Non esiste un vaccino per la febbre del Nilo occidentale. L’unica difesa che possiamo mettere in atto per ora è la prevenzione.

Prevenzione della malattia: alcuni accorgimenti per proteggersi

L’ Istituto Superiore di Sanità (ISS) consiglia di proteggersi dalle punture:

  • mettendo zanzariere alle finestre
  • usando spray repellenti, soprattutto all’alba e al tramonto
  • svuotando l'acqua stagnante nei sottovasi di fiori e piante
  • cambiando spesso l’acqua nelle ciotole di cani, gatti e altri animali domestici
  • indossando camicie e pantaloni lunghi nelle zone a maggior rischio di contagio
  • tenendo le piscine gonfiabili per bambini in posizione verticale quando non usate

Sul sito dell’ISS è possibile consultare un bollettino epidemiologico costantemente aggiornato sulla West Nile utile a capire dove è più diffuso il virus e quanti sono i casi di contagio nell’uomo.

Marianna Monte | Giornalista

con la consulenza di Luca Perico | Laboratorio Biologia Cellulare e Medicina Rigenerativa

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