Data prima pubblicazione
October 16, 2024

15 buone abitudini che favoriscono lo sviluppo dei bambini

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I primi mille giorni di vita di un bambino sono come mattoncini su cui si fondano le basi della sua salute futura.

Oggi sappiamo infatti che l’esposizione a differenti fattori, fin da quando è nel grembo materno, può influenzare lo sviluppo fisico e psichico del neonato e prevenire diverse patologie in età adulta, come per esempio malattie croniche e obesità.

Ecco 9 comportamenti dei genitori e dei caregiver da tempo promossi nell'ambito di programmi di prevenzione ed educazione alla salute in grado di favorire la crescita del bambino:

  1. Assunzione di acido folico nel periodo antecedente l’inizio della gravidanza e per tutto il primo trimestre di gravidanza: l’assunzione di questa sostanza è essenziale perché favorisce il corretto sviluppo del sistema nervoso del feto e riduce il rischio di difetti del tubo neurale, come la spina bifida. Studi recenti confermano l'importanza di assumere acido folico almeno un mese prima del concepimento e di continuare l'integrazione per tutto il primo trimestre di gravidanza.
  2. Vaccinazione materna antipertosse: la pertosse è una malattia che può avere gravi conseguenze, specialmente se colpisce i neonati: gli accessi di tosse in pazienti così piccoli possono infatti provocare apnee, insufficienza respiratoria, e nei casi più gravi, ipossia (mancanza di ossigeno) e morte. Per questo motivo è importante fare il vaccino durante la gravidanza: l'immunità ottenuta passerà al bambino attraverso la placenta e gli fornirà una protezione passiva fino a quando non sarà abbastanza grande per essere vaccinato a sua volta.
  3. NO alcol in gravidanza: le ricerche ci dicono che l'alcol danneggia il feto e, soprattutto, il suo sistema nervoso centrale. Uno studio del 2022 ha dimostrato ad esempio che l’esposizione all’alcol durante la gravidanza può modificare la struttura del cervello del feto, con potenziali implicazioni per lo sviluppo neurologico e comportamentale del bambino, specialmente nelle aree legate alla memoria e alle emozioni​.
  4. NO fumo in gravidanza: la gravidanza può essere l’occasione perfetta per smettere di fumare! Il fumo, infatti, contiene sostanze cancerogene in grado di oltrepassare la placenta e raggiungere il feto. I rischi vanno dal partorire un neonato sottopeso all’aumento del rischio di sviluppare dei tumori per il bambino, sia alla nascita che nel futuro. Uno studio recente ha evidenziato inoltre rischi aumentati di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), asma e disturbi comportamentali come l’ADHD.
  5. Lettura ad alta voce: i pediatri di tutto il mondo sostengono che la lettura ad alta voce, dalla gravidanza fino ai primi 3 anni, è una delle cose migliori che i genitori possano fare per sostenere lo sviluppo cognitivo ed emotivo del bambino. Un bimbo che ascolta letture quotidiane acquisirà infatti un vocabolario più ampio, avrà più immaginazione, si esprimerà meglio e sarà più curioso discoprire il mondo. La familiarità con i suoni delle parole e le strutture delle storie può essere inoltre di grande aiuto quando arriva il momento di imparare a leggere. Crescenti evidenze  supportano, inoltre, l'efficacia della lettura ad alta voce anche durante la gravidanza che la lettura ad alta voce durante la gravidanza permette ai futuri genitori di instaurare col bambino una “connessione sonora” che diventerà sempre più profonda per tutta la durata della gestazione… e anche oltre. Dopo il parto ,difatti, il nascituro sarà in grado di riconoscere le voci dei familiari.
  6. Mettere in posizione supina il neonato al momento dell’addormentamento durante i primi mesi di vita: numerosi studi epidemiologici hanno documentato come mettere in neonato a dormire a pancia in su (supino) riduce il rischio di morte improvvisa (Sudden Infant Death Syndrome, SIDS)
  7. Allattamento al seno esclusivo per almeno i primi 6 mesi: sui benefici dell’allattamento al seno esiste un’ampia letteratura scientifica. Grazie alle sue proprietà il latte materno è infatti in grado di favorire lo sviluppo del bambino e proteggerlo da molte malattie non solo nella prima infanzia, ma anche in età adulta. Bambini e bambine allattati al seno hanno un rischio minore di sviluppare allergie, infezioni respiratorie, carie o altri problemi dentali, disturbi intestinali come diarrea o vomito, diabete, sovrappeso e obesità.
  8. Vaccinazioni del bambino per prevenire le malattie infettive: è importante proteggere il bambino/la bambina effettuando le vaccinazioni consigliate (per esempio: esavalente, anti-pneumococco, morbillo-parotite-rosolia-varicella). Ci sono malattie infettive che nei bambini, soprattutto i più piccoli, possono avere gravi conseguenze che possono essere evitate attraverso i vaccini.
  9.  Utilizzo del seggiolino durante i viaggi in auto (sempre): Quando trasportiamo i nostri figli in auto è fondamentale assicurarli al seggiolino adeguato alla loro età ed altezza e rispettare le regole del Codice della Strada. Secondo la normativa vigente i bambini possono viaggiare senza seggiolino, allacciati alle cinture di sicurezza, a partire dai 150 centimetri di altezza (circa 12 anni).

Infine, ecco 6 ulteriori buone pratiche che sono ancora oggetto di studio, ma di cui si stanno accumulando sempre più evidenze di efficacia:

  1. Tummy Time: Tummy Time (in italiano “il tempo del pancino”) è il far trascorre al neonato del tempo a pancia in giù anche se non tende a farlo spontaneamente. Il motivo? Si tratta di un'attività essenziale che aiuta a rafforzare i muscoli del collo, delle spalle e della schiena del bambino, preparando il terreno per rotolare, gattonare e, infine, camminare.
  2. Ascolto della musica: ascoltare musica durante la gravidanza migliora la capacità del cervello del bambino di elaborare suoni e linguaggio. E, una volta venuto alla luce, il nascituro sarà in grado di riconoscere perfettamente le musiche ascoltate nel periodo di gestazione. Sarà come riportarlo nell’ambiente accogliente e protettivo del grembo materno.
  3. Attività all’aria aperta: le attività all'aria aperta aiutano i bambini a sviluppare coordinazione, forza fisica e resistenza, contrastando l’obesità infantile, fenomeno in preoccupante aumento a causa di sedentarietà e abuso di alimenti ultra-processati.
  4. Assenza di esposizione agli schermi: l’aumento dello “screen time”, ossia il tempo di esposizione a schermi come smartphone, tablet, televisione o computer in età precoce, ossia prima di imparare a parlare, espone maggiormente i bambini a disturbi comportamentali e dell’apprendimento: frustrazione, isolamento, dipendenza, ritardo del linguaggio, scarso autocontrollo.
  5. Limitare la durata di accensione della TV in casa: sono diversi gli studi, sempre più numerosi, che mettono in guardia i genitori dalla sovraesposizione al piccolo schermo. Le raccomandazioni degli esperti sono per evitare l'esposizione agli schermi nei minori di 18 mesi e di non superare un'ora al giorno in età prescolare (tra 2 e 5 anni). La TV accesa in casa può, in ogni caso, rappresentare una fonte di distrazione per i bambini, anche quando non sono davanti allo schermo.
  6. Routine della nanna: i bambini, si sa, amano le routine, quei gesti ripetuti giorno dopo giorno che danno sicurezza perché consentono loro di sapere quello che viene dopo. Fra le routine più importanti c'è quella della nanna. Un bagno caldo, poi una storia letta ad alta voce, una canzoncina o, semplicemente, coccole. Piccoli passi ripetuti ogni sera, sempre alla stessa ora.

Tutti questi comportamenti sono stati oggetto di uno studio dell’Istituto Mario Negri che ha visto coinvolti i bambini partecipanti alla coorte (gruppo) NASCITA (NAscere e creSCere in ITAlia), un progetto di ricerca coordinato dal Laboratorio per la Salute Materno Infantile dell’Istituto in collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri (ACP). Nel corso dello studio sono stati seguiti nel tempo, dalla nascita fino al compimento dei 3 anni di età, oltre 5000 bambini. Si tratta, al momento, della coorte di nuovi nati con la più alta rappresentatività della realtà italiana a livello geografico.

Dall’indagine è emerso che alcuni fattori socio-demografici contribuiscono in modo rilevante all’adozione delle buone pratiche genitoriali di sopra elencate.

Un esempio: le famiglie con mamme giovani, disoccupate, con un basso livello di istruzione e che risiedono nelle regioni del Sud d’Italia hanno una minore probabilità di adottare pratiche come l’allattamento prolungato fino al sesto mese. Il motivo? Il basso livello di alfabetizzazione sanitaria e la conseguente difficoltà nell’accedere alle informazioni sulla salute, comprenderle e metterle in atto, così come la minore efficienza dei servizi sanitari nelle regioni del Sud: “A molti bambini i benefici per la salute e lo sviluppo dell’allattamento al seno non sono garantiti, ancor più in alcuni contesti geografici, in cui questa disuguaglianza si somma ad altre. Vista l’importanza dell’educazione e dell’occupazione materna, nel delineare il futuro e la salute del neonato, i dati emersi indicano che l’esito degli interventi educazionali per tutte le coppie genitoriali sinora e da tempo attuati (p.es. durante I corsi pre-parto o da parte di ginecologi e pediatri nel corso delle visite routinarie) è da migliorare. Bisognerebbe anche offrire maggior supporto alle famiglie con livelli di scolarità inferiori, minore stabilità economica e con primo figlio, anche con l’implementazione delle visite domiciliari di operatori socio-sanitari, ove necessario”, ha commentato Antonio Clavenna medico e specialista in Farmacologia Clinica, ricercatore presso il Laboratorio di Epidemiologia dell’Età Evolutiva dell’Istituto di Ricerche Mario Negri.

Sono 6 le pratiche adottate da più del 75% dei genitori italiani: astensione da fumo e alcol in gravidanza, posizione supina del neonato, tummy time, ascolto della musica insieme (orientato al bambino) e TV accesa per meno di 4 ore al giorno. Solo un terzo delle mamme italiane ha invece scelto di fare il vaccino antipertosse, contro il 55% di quelle statunitensi nel 2019 o il 75% di quelle spagnole nel 2018. Interventi che sono da tempo ampiamente oggetto di promozione, come la profilassi con acido folico o l’allattamento esclusivo al seno per almeno 6 mesi, sono scarsamente attuati. Anche la lettura ad alta voce sin dai primi mesi di vita è adottata in modo continuativo da solo un terzo delle famiglie, nonostante questo intervento sia stato proposto in Italia a partire dagli anni 2000 con crescenti evidenze sull’efficacia nel favorire lo sviluppo del bambino.

Marianna Monte - Giornalista

con la consulenza di Antonio Clavenna - Laboratorio di Epidemiologia dell'età evolutiva

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