Data prima pubblicazione
4/4/2023
July 28, 2025

Curcumina: cos'è e quali sono i suoi benefici

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July 28, 2025

Curcumina: cos'è e quali sono i suoi benefici

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Tutto sulla curcumina, principio attivo della curcuma: benefici, dosaggi corretti e possibili effetti collaterali spiegati con chiarezza dagli esperti dell'Istituto Mario Negri.

Indice

Che cosa è la curcumina?

Tra le varie sostanze naturali, considerate benefiche per la nostra salute, ritroviamo la curcuma, un tubero di origine asiatica, coltivata soprattutto in India e nell’isola di Giava. Si dice che questa sostanza e i suoi derivati proteggano l’organismo dall'infiammazione neutralizzando le molecole che causano danni al DNA. Sarà tutto vero?

L’Istituto Mario Negri da sempre si impegna in una divulgazione scientifica rigorosa anche sul tema delle sostanze naturali e dei loro potenziali vantaggi. L'approfondimento qui proposto ha come obiettivo quello di analizzare i presunti benefici della curcumina, un potente principio attivo contenuto nella radice di curcuma, per valutare se le sue proprietà antinfiammatorie siano fondate.

Quali sono i presunti benefici della curcumina?

I benefici che la salute sembrerebbe ricevere dall'assunzione di curcumina sono molteplici:

  • previene e riduce le infiammazioni
  • allevia i dolori articolari
  • è utile al lavoro del cervello e del sistema nervoso
  • è un antidolorifico naturale
  • aiuta la digestione
  • limita l’azione dei radicali liberi
  • rinforza il sistema immunitario
  • aiuta a prevenire il diabete di tipo 2
  • aiuta a prevenire le infezioni batteriche
  • facilita il processo di cicatrizzazione delle ferite

La curcumina: antinfiammatorio nella cura dell'artrosi?

L’artrosi è una patologia cronica e progressiva che colpisce le articolazioni, coinvolgendo soprattutto la colonna lombare (33%), cervicale (30%), le ginocchia (27%) e le anche (25%). La popolazione più colpita è quella anziana e si stima che circa un terzo degli ultrasessantacinquenni ne sia affetto. L’insorgenza della malattia è correlata al persistere di un processo infiammatorio alle articolazioni da cui derivano anche tutti i sintomi, rappresentati soprattutto da dolore e riduzione/perdita della funzionalità motoria e dell’autonomia.

Il trattamento farmacologico tradizionale dell’artrosi è basato sui farmaci antinfiammatori e analgesici. A causa del loro uso prolungato però, queste sostanze possono avere gravi effetti collaterali, limitandone o controindicandone l’uso. Il paracetamolo, con un profilo meno tossico ma la cui efficacia analgesica è più limitata, può essere usato in alternativa.

Un indirizzo terapeutico alternativo può essere l’uso di sostanze che prevengono e limitano il processo infiammatorio che causa la malattia e i suoi sintomi. Tali proprietà sono spesso presenti in prodotti di origine naturale, come integratori nutrizionali. Tra le varie sostanze la curcuma e i suoi derivati, in particolare la curcumina, sembrerebbero efficaci nel controllare sia il dolore sia la ridotta funzionalità.

La curcumina, infatti, possiede potenzialmente elevate proprietà antinfiammatorie e una spiccata azione antiossidante.

Una meta-analisi ha riportato una diminuzione del dolore in persone che assumono curcuma, permettendo a volte di ridurre la quantità di antinfiammatori assunti.

L’ indirizzo terapeutico, quindi, si potrebbe spostare dal trattamento continuo dell’infiammazione in atto, che causa la malattia e i suoi sintomi, alla prevenzione del processo infiammatorio. Cioè, dal trattamento dell’effetto a quello della causa.

Curcumina: effetti positivi per tutto l'organismo

La curcumina attualmente è riconosciuta in Italia come integratore alimentare tanto da essere immessa in commercio.

Per migliorare la sua biodisponibilità, ovvero la quantità con cui la sostanza raggiunge la circolazione sanguigna diventando così molto "disponibile" per l'organismo, sono state applicate alcune tecniche farmacologiche. E' infatti stato dimostrato che legando la curcumina con il fitosoma, cioè una molecola in grado di aumentare la capacità di superare la barriera intestinale, la curcumina è più facilmente assorbita e quindi in grado di svolgere le sue azioni biologiche.

Ad oggi sono stati condotti più di 30 studi nell'uomo che hanno coinvolto più di 2000 persone trattate con curcumina e fitosoma. L'effetto è stato dimostrato in diverse aree di interesse clinico:

  • Negli anziani, ad esempio, la combinazione tra uno stile di vita appropriato e un'integrazione nella dieta con curcumina potrebbe migliorare le loro prestazioni fisiche e la loro forza prevenendo così l'insorgenza di perdita di massa muscolare e massa ossea (sarcopenia e osteopenia, rispettivamente).
  • In ambito oculistico, un'integrazione con curcumina potrebbe migliorare la vista e potrebbe ridurre gli eventuali problemi agli occhi causati dal diabete.
  • In ambito cardiovascolare, l'aggiunta di curcumina alla terapia potrebbe aiutare a diminuire ulteriormente i livelli di colesterolo nel sangue e il rischio di complicanze vascolari.
  • Infine, in ambito dermatologico, la curcumina migliorerebbe il decorso del trattamento per la psoriasi vulgaris.

Curcuma e disturbi digestivi

Anche in ambito gastrointestinale, l'integrazione con curcumina nella dieta darebbe i suoi frutti migliorando la funzionalità di stomaco e intestino e, quindi, favorendo la digestione.

Un recente studio pubblicato sul British Medical Journal ha dimostrato come un trattamento a base di curcuma (in formulazioni e dosaggio ben definito: 2 cps/die da 250 mg) abbia effetti simili a quelli dell'omeprazolo - un farmaco gastroprotettore inibitore di pompa protonica comunemente utilizzato per trattare sindromi e malattie con iperacidità di stomaco - sui sintomi della dispepsia, disturbo funzionale della digestione. La curcumina sembra cioè modulare positivamente la segnalazione di un particolare recettore implicato nella trasmissione del dolore viscerale, contribuendo così a ridurre la sensibilità. "E' importante che questi risultati vengano però sempre riferiti alla formulazione e ai dosaggi utilizzati, senza far pensare che qualunque integratore o l'uso negli alimenti possa avere effetti simili" - commenta Luca Pasina, a capo del Laboratorio di Farmacologia Clinica e Appropriatezza Prescrittiva dell'Istituto Mario Negri.

Esistono inoltre preoccupazioni riguardo i possibili effetti collaterali della curcumina a carico del distretto epato-biliare ma anche possibili interazioni con altri farmaci.

Ragion per cui in questo caso, così come in tutti gli utilizzi della curcumina a fini "terapeutici" è fondamentale evitare il fai da te e affidarsi al parere di uno specialista.

Effetti collaterali della curcumina

Nonostante i potenziali effetti benefici, la curcumina può presentare effetti collaterali, soprattutto se assunta in forma concentrata o a dosaggi elevati. Gli studi clinici su esseri umani riportano in genere effetti collaterali lievi e rari, come disturbi gastrointestinali (nausea, diarrea), mal di testa o lieve eruzione cutanea, soprattutto con dosi comprese tra 500 mg e 12 g al giorno. Tuttavia, sono stati documentati diversi casi rari di epatotossicità, spesso associati a formulazioni ad alta biodisponibilità (inclusione con piperina o nanoparticelle), con aumento significativo delle transaminasi epatiche e sintomi quali ittero e urine scure. Tali effetti, pur rari, possono essere gravi e risolversi solo dopo l’interruzione del supplemento.

Ci sono prove preliminari che dimostrano come il consumo eccessivo di curcumina possa interferire con il metabolismo del ferro, provocando potenzialmente anemia, influenzare il sistema biliare, inducendo contrazioni della colecisti (nocive in presenza di calcoli), e causare reazioni allergiche cutanee.

In sintesi, la curcumina ha potenzialità terapeutiche molto interessanti, ma richiede un uso consapevole. Limitazioni nella biodisponibilità orale, variabilità dei supplementi e mancanza di studi a lungo termine impongono prudenza: è consigliabile attenersi a dosi moderate, preferibilmente sotto supervisione medica, e scegliere prodotti certificati per massimizzare benefici riducendo i potenziali rischi.

Oscar Corli - Unità di Ricerca nel Dolore e Cure Palliative - Laboratorio Metodologia per la Ricerca Clinica - Dipartimento di Oncologia

Raffaella Gatta - Editing (pubblicazione 2023)

Ufficio Comunicazione Mario Negri - Editing (pubblicazione aggiornamento 2025)

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